Manovra: Cgia, da Imu stangata di 1159 euro per le imprese

ROMA. Nel 2012, l'introduzione dell'Imu comportera' un aumento medio delle imposte a carico delle imprese pari a 1.159 euro. "Una vera e propria stangata", secondo la Cgia di Mestre che ha curato una simulazione sugli effetti economici che l'Imu provochera' sui bilanci delle aziende italiane. Secondo quanto previsto dalla nuova normativa, spiegano gli artigiani di Mestre, l'Imu, a partire dal 2012, gravera' sulle prime case, assorbira' l'Ici e l'Irpef sui redditi fondiari delle seconde case e sostituira' l'Ici sugli immobili strumentali (vale a dire i negozi commerciali, i laboratori artigianali, gli uffici e i capannoni industriali).

L'ufficio studi della Cgia ha ipotizzato che nel 2012 l'aliquota Imu - applicata agli uffici, ai negozi commerciali o ai capannoni produttivi presenti su tutto il territorio nazionale - sara' del 7,6 per mille (cosi come previsto dal decreto sul federalismo fiscale). Per l'Ici, invece, si e' deciso di far ricorso all'aliquota media nazionale applicata dai Comuni nel 2009: ovvero il 6,4 per mille. Inoltre, si e' tenuto conto anche della rivalutazione dei coefficienti moltiplicatori che verranno applicati alle rendite catastali che, per effetto del decreto "salva-Italia", sono passati da 34 a 55 per i negozi e le botteghe, da 50 a 80 per gli uffici e gli studi privati, da 100 a 160 per i laboratori artigianali e da 50 a 60 per i capannoni industriali e gli alberghi.

Prendendo in considerazione solo gli immobili produttivi di proprieta' delle aziende - anche se tra quelli di proprieta' delle persone fisiche ci sono molti piccoli imprenditori artigiani, commercianti o liberi professionisti - l'applicazione dell'Imu, rispetto alla situazione odierna, dara' luogo, secondo la Cgia, a un aggravio della tassazione su questi immobili per un valore complessivo di 1,57 miliardi di euro (pari a un aumento medio per ciascuna azienda di 1.159 euro l'anno), cosi' suddiviso: 219,5 milioni di euro in capo ai negozianti (aumento pro azienda pari a 569 euro); 262 milioni di euro tra i liberi professionisti (+949 euro per ciascun proprietario); 1,09 miliardi di euro tra gli industriali e gli artigiani (incremento annuo per ciascun imprenditore pari a 1.566 euro).

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