Manovra: Lega contro tutti. E Monti perde pezzi


ROMA. Con 257 voti si' il Senato ha approvato ieri in via definitiva la manovra del governo. 24 voti favorevoli in meno rispetto ai 281 si' ricevuti lo scorso 17 novembre sul discorso programmatico del premier Mario Monti. Il premier perde dunque pezzi perchè ai no della Lega, rispetto a un mese fa, si sono aggiunti quelli di Idv, Svp e Union Valdotaine.

Soddisfatto per l'approvazione definitiva della manovra, Monti - che in giornata incontrera' il segretario del Pdl Angelino Alfano e i leader del Terzo Polo Pier Ferdinando Casini e Fratesco Rutelli - ha convocato per oggi alle 11 il Consiglio dei ministri. All' ordine del giorno la relazione generale sulla situazione economica del paese per l'anno 2010, la proroga di termini previsti da disposizioni legislative, la proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.

MILLEPROROGHE - Il Consiglio dei ministri deve esaminare il decreto milleproroghe di fine anno. Piero Giarda, ministro per i rapporti con il Parlamento, ha precisato che si trattera' di ''un provvedimento snello che non conterra' correzioni alla manovra appena approvata''. Vengono cosi' smentite le voci su un inserimento di provvedimenti economici nel decreto milleproroghe. Il Pdl aveva avvertito che in questo caso il governo avrebbe dovuto consultarsi prima con i partiti che lo sostengono.

BERSANI - Nonostante Camera e Senato siano da oggi in pausa natalizia, non si ferma il dibattito politico. Pier Luigi Bersani e' intervenuto ieri sera alla trasmissione ''Piazza pulita'' su La7 dedicata ai temi del lavoro e della crisi economica.
Precisa il segretario del Pd: ''Non ha senso partire dall'articolo 18 per riformare il mercato del lavoro. Bisogna invece ridurre il precariato e modernizzare gli ammortizzatori sociali''.
Il segretario del Partito Democratico conferma la lealta' del suo partito nei confronti del governo presieduto da Monti ''che pure non rappresenta il nostro orizzonte programmatico ma la cui formazione e' servita per non fare la fine della Grecia, il Pd deve dare una mano al paese a uscire dalla crisi''. Il leader del Pd pensa che l'attuale esecutivo debba rimanere in carica fino al 2013: ''Se arriviamo alla scadenza naturale della legislatura, noi facciamo le nostre primarie e io saro' candidato''.
Sulle alleanze, Bersani precisa: ''Propongo un accordo tra progressisti e moderati senza populismi. Se ci sta, anche con Casini. Ma io parto dal centrosinistra. A Milano, dove ha vinto Pisapia, noi abbiamo fatto questa proposta''.

ATTRITI BERLUSCONI-LEGA - Sul fronte del centrodestra a fare problema sono i rapporti tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi. ''Mi sembra che Berlusconi abbia troppa paura. Sta li' buono come una pecorella'', e' stato il commento del leader leghista all'annuncio dell' ex premier di un possibile ritiro della fiducia al governo Monti se continuera' ad aumentare le tasse. ''Non sono un mago, non penso pero' che il governo possa arrivare al 2013. Neppure con il presidente della Repubblica di supporto come alleato ce la puo' fare. Soprattutto con manovre come questa'', e' il giudizio di Bossi.
Berlusconi replica con moderazione sottolineando che ''sarebbe masochismo'' non arrivare a un accordo del Pdl con la Lega. L'ex premier punta a un'alleanza pure con l'Udc: ''Casini e' un tema importante nel centrodestra, perche' ha elettori moderati e in Europa sta con noi''.

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