BARI. Procede la stagione espositiva di F.Project con “L’ALEPH” - Luoghi Immaginati e Personaggi Realmente Esistiti. Sette fotografi per sette racconti di luoghi immaginati e personaggi realmente esistiti. Dove siano questi luoghi o chi siano queste persone non ci è dato di saperlo. Non sono queste le domande a cui rispondere.
Scatti che come i racconti di Borges si perdono in un tempo che non esiste. Immagini che abilmente e inconsapevolmente conducono in un mondo sospeso, fatto di atmosfere soffuse, nebulose, irreali, rarefatte e senza un preciso contesto. L’Aleph, lo zero, il “nulla” matematico, un punto di partenza ma anche un luogo a cui tornare. Un racconto che non ha una fine, non un inizio; un caos ordinato che permette letture molteplici e infinite.
“L’arte vuol sempre irrealtà visibili” scriveva Borges nella Metamorfosi della tartaruga, ed è esattamente l’irrealtà visibile della testa di uno squalo, delle luminarie di un circo americano o di una piuma su un tavolo con centrino fiorato, di una lacrima nascosta dietro una benda nera, dei fumogeni che avvolgono una città , di una conchiglia vuota, di una donna e di Nietzsche tra le sue mani.
È con queste immagini che l’Aleph di Borges prende una non-forma sulle pareti di F. Project. Ognuno dei sette autori pone di fronte ad una fotografia che va oltre i fatti della realtà , che va oltre il quotidiano…lasciando carichi di curiosità .