Nuovo Vito Fazzi: Palese, la sentenza del Tar è allarmante

LECCE. “La sentenza con cui il Tar di Lecce ha annullato l’aggiudicazione dell’appalto per la costruzione del nuovo Vito Fazzi, censurando pesantemente alcuni passaggi amministrativi eseguiti dalla Asl, è allarmante ed impone un immediato intervento da parte del Presidente Vendola e dell’assessore Fiore, affinché per la costruzione dei nuovi ospedali si proceda affidando tutte le procedure ad una struttura unica interna alla Regione”.
Il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, torna a chiedere la costituzione di una sorta di Struttura di Progetto Regionale finalizzata all’esecuzione delle procedure di realizzazione di nuovi ospedali. “Una Struttura – spiega Palese – che, come ho più volte ribadito, sia la sintesi di tre strutture regionali già esistenti e che stanno ben operando: quella del Settore dei Lavori Pubblici sotto la responsabilità dell’ing. Bitetto; quella cabina di regia sui fondi comunitari sotto la responsabilità della Dott.ssa Candela; il Nucleo di valutazione e controllo degli investimenti definito con Legge nazionale per la realizzazione di strutture del valore superiore a 5 milioni di euro”.
Ad imporre un’accelerata ed un intervento immediato del Presidente della Regione e dell’assessore Fiore, secondo Palese, è “l’allarmante, quanto disarmante, sentenza del Tar di Lecce che annulla gli atti con cui la Asl di Lecce aveva aggiudicato un appalto da ben 96,7 milioni di euro per la costruzione del nuovo Vito Fazzi. Leggendo quello che scrivono i giudici del Tar, si scopre che i motivi di nullità, quindi di irregolarità nelle procedure portate avanti da Asl e Commissione aggiudicatrice, sono tre: 1. ammissione illegittima da parte della Asl dell’offerta presentata dalle imprese risultate vincitrici della gara (il plico con l’offerta di chi ha vinto la gara è stato consegnato alla Asl in ritardo rispetto all’orario previsto dal bando e per giustificare l’ammissione, la Asl ammette, in modo singolare secondo i giudici, il ‘carattere ambiguo del bando da essa stessa predisposto’ che prevedeva due modalità diverse e due orari diversi per la consegna dei plichi); 2. Violazione del principio di collegialità nelle determinazioni della Commissione (la Commissione di gara aveva in principio escluso le imprese poi risultate vincitrici della gara; le stesse imprese sono state poi riammesse con atto monocratico del Presidente della Commissione, il che secondo i giudici non è possibile); 3. Assenza dei requisiti di capacità economico - finanziarie e tecnico professionali richiesti dal bando da parte di alcuni esponenti dell’associazione di imprese risultata vincitrice”.
Secondo Palese “si tratta di una situazione drammatica e allarmante con aspetti anche paradossali (vedi la parte in cui la Asl pur di difendere l’atto con cui ha aggiudicato l’appalto, sostiene il “carattere ambiguo” del bando). Non possiamo continuare in questa maniera. Erano e sono in gioco quasi 97 milioni di euro di soldi pubblici, peraltro disponibili sin dal 2007. Siamo certi che né Vendola né Fiore, né i cittadini pugliesi possono accontentarsi che siano gli interventi della Magistratura a fermare questi appalti anche perché non è la Magistratura che può avere il controllo sui tantissimi singoli atti della Regione e delle Asl, ma è la Regione. Il che impone un intervento immediato di Presidente e assessore, con un’indispensabile centralizzazione di appalti di questa entità in capo ad un’unica struttura interna alla Regione stessa. A fare scuola in questo senso sono certamente le due esperienze positive degli appalti per la sede unica della Regione”.

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