BARI. Misure per un totale di 20-25 miliardi di cui 10-11 per correggere il deficit 2012 e il resto per favorire la crescita. La manovra, che e' un cantiere ancora aperto, e' delineata nei grandi numeri, anche se i provvedimenti saranno limati fino all'ultima ora. Domani il Presidente del Consiglio, Mario Monti, incontrera' i leader dei partiti, domenica sara' la volta delle parti sociali e di regioni e enti locali.
Nel merito spunta una novita' allo studio che potrebbe entrare nel decreto: l'innalzamento delle ultime due aliquote irpef e una 'tassa sul lusso' (ad esempio le barche e gli yacht), mentre gli immobili saranno tassati attraverso l'Imu, l'imposta municipale unica gia' introdotta con il federalismo fiscale, che verrebbe rafforzata.
Il ragionamento di Monti e del suo staff sarebbe questo: la manovra conterra' la correzione del deficit dello 0,7% chiesta nel rapporto del commissario Ue, Olli Rehn (per riporate il rapporto deficit/pil 2012 dal 2,3% stimato dalla Commissione di Bruxelles, all'1,6% previsto dal precedente governo), appunto 10-11 miliardi, a cui si aggiungera' una quota di risorse per rilanciare la crescita ed evitare che il Paese vada in recessione. Questo rischio e' concreto (visto anche l'ultimo rapporto dell'Ocse che parla di una crescita negativa dello 0,5% per il nostro Paese) e va assolutamento evitato.
In queste ore e fino a lunedi', quando le misure giungeranno al Consiglio dei Ministri, i tecnici sono alle prese con tabelle e simulazione per valutare i costi e le coperture degli interventi. Nel pacchetto che si sta confezionando, questa l'idea di Monti, tutte le forze politiche e tutte le parti sociali dovranno trovare elementi di soddisfazione ed elementi negativi. Ma il mix risultera' equilibrato.
Nel merito degli interventi, una parte rilevante gioca l'entrata in vigore dell'Imu, che sara' applicata anche sulla prima casa, ad esclusione di quelle di valore basso o che sono possedute da famiglie delle fasce deboli. Per tutti gli altri l'Imu sara' progressiva, in base al reddito ed anche al numero degli immobili di proprieta'. L'imposta municipale sara' 'rafforzata' dall'aumento delle rendite catastali che, in attesa di una revisione organica, dovrebbe essere per il momento automatico (di circa il 15% contro il 5% attuale).
Per colpire 'chi ha di piu'' i tecnici stanno valutando l'aumento delle ultime due aliquote dell'Irpef che passerebbero, rispettivamente, dal 41% al 43% e dal 43% al 45% e una patrimoniale sui beni di lusso, come barche e yacht.
Il capitolo previdenza e' quello ad uno stadio piu' avanzato di definizione. E' stato il ministro del welfare Elsa Fornero ad illustrarlo per grandi linee. Il punto fermo e' l'introduzione dal primo gennaio 2012 del sistema contributivo pro-rata per tutti, che colpisce coloro che finora avevavo il sistema retributivo (quindi i lavoratori che con l'entrata in vigore della legge Dini nel 1995 avevano piu' di 18 anni di contributi). Per le lavoratrici del settore privato e' praticamente certa l'accelerazione dell'innalzamento dell'eta' per la pensione di vecchiaia.
L'equiparazione con gli uomini dovrebbe essere raggiunta nel 2016-18, anziche' nel 2026.
Il nodo piu' difficile da sciogliere riguarda le pensioni di anzianita'. L'ipotesi piu' accreditata e' di prevedere una flessibilita' per lasciare il lavoro che va da 62-63 anni a 68-70 anni (piu' tardi si va in pensione piu' alto sara' l'assegno). Ancora aperta la questione dei 40 anni di contributi, requisito che, secondo i sindacati non dovrebbe essere toccato. Ma gia', a legislazione vigente, si deve lavorare per 41 anni e 3 mesi (combinato disposto tra la cosiddetta 'finestra' e l'adeguamento alla speranza di vita).
Potrebbe quindi essere innalzato a 42-43, oppure prevedere 'quota 100', ossia 40 anni di contributi e un'eta' minima di 60 anni. In arrivo l'aumento dei contributi per gli autonomi e lo stop alla perequazione automatica delle pensioni ad esclusione di quelle minime.
Nel merito spunta una novita' allo studio che potrebbe entrare nel decreto: l'innalzamento delle ultime due aliquote irpef e una 'tassa sul lusso' (ad esempio le barche e gli yacht), mentre gli immobili saranno tassati attraverso l'Imu, l'imposta municipale unica gia' introdotta con il federalismo fiscale, che verrebbe rafforzata.
Il ragionamento di Monti e del suo staff sarebbe questo: la manovra conterra' la correzione del deficit dello 0,7% chiesta nel rapporto del commissario Ue, Olli Rehn (per riporate il rapporto deficit/pil 2012 dal 2,3% stimato dalla Commissione di Bruxelles, all'1,6% previsto dal precedente governo), appunto 10-11 miliardi, a cui si aggiungera' una quota di risorse per rilanciare la crescita ed evitare che il Paese vada in recessione. Questo rischio e' concreto (visto anche l'ultimo rapporto dell'Ocse che parla di una crescita negativa dello 0,5% per il nostro Paese) e va assolutamento evitato.
In queste ore e fino a lunedi', quando le misure giungeranno al Consiglio dei Ministri, i tecnici sono alle prese con tabelle e simulazione per valutare i costi e le coperture degli interventi. Nel pacchetto che si sta confezionando, questa l'idea di Monti, tutte le forze politiche e tutte le parti sociali dovranno trovare elementi di soddisfazione ed elementi negativi. Ma il mix risultera' equilibrato.
Nel merito degli interventi, una parte rilevante gioca l'entrata in vigore dell'Imu, che sara' applicata anche sulla prima casa, ad esclusione di quelle di valore basso o che sono possedute da famiglie delle fasce deboli. Per tutti gli altri l'Imu sara' progressiva, in base al reddito ed anche al numero degli immobili di proprieta'. L'imposta municipale sara' 'rafforzata' dall'aumento delle rendite catastali che, in attesa di una revisione organica, dovrebbe essere per il momento automatico (di circa il 15% contro il 5% attuale).
Per colpire 'chi ha di piu'' i tecnici stanno valutando l'aumento delle ultime due aliquote dell'Irpef che passerebbero, rispettivamente, dal 41% al 43% e dal 43% al 45% e una patrimoniale sui beni di lusso, come barche e yacht.
Il capitolo previdenza e' quello ad uno stadio piu' avanzato di definizione. E' stato il ministro del welfare Elsa Fornero ad illustrarlo per grandi linee. Il punto fermo e' l'introduzione dal primo gennaio 2012 del sistema contributivo pro-rata per tutti, che colpisce coloro che finora avevavo il sistema retributivo (quindi i lavoratori che con l'entrata in vigore della legge Dini nel 1995 avevano piu' di 18 anni di contributi). Per le lavoratrici del settore privato e' praticamente certa l'accelerazione dell'innalzamento dell'eta' per la pensione di vecchiaia.
L'equiparazione con gli uomini dovrebbe essere raggiunta nel 2016-18, anziche' nel 2026.
Il nodo piu' difficile da sciogliere riguarda le pensioni di anzianita'. L'ipotesi piu' accreditata e' di prevedere una flessibilita' per lasciare il lavoro che va da 62-63 anni a 68-70 anni (piu' tardi si va in pensione piu' alto sara' l'assegno). Ancora aperta la questione dei 40 anni di contributi, requisito che, secondo i sindacati non dovrebbe essere toccato. Ma gia', a legislazione vigente, si deve lavorare per 41 anni e 3 mesi (combinato disposto tra la cosiddetta 'finestra' e l'adeguamento alla speranza di vita).
Potrebbe quindi essere innalzato a 42-43, oppure prevedere 'quota 100', ossia 40 anni di contributi e un'eta' minima di 60 anni. In arrivo l'aumento dei contributi per gli autonomi e lo stop alla perequazione automatica delle pensioni ad esclusione di quelle minime.