di Dario Durante. Dopo i tagli dei collegamenti ferroviari con il resto d’Italia, la provincia di Taranto, uscita fortemente penalizzata dalla decisione di Trenitalia, intende incontrare nuovamente gli esponenti della giunta regionale per fare il punto della situazione in attesa di un incontro a Roma tra i rappresentanti istituzionali della terra ionica e gli esponenti del governo Monti.
La mobilitazione locale, quindi, andrà avanti nel tentativo di trovare una positiva mediazione anche se le segreterie regionali del meridione Fit-Cisl (compresa quella pugliese) hanno già indetto una manifestazione davanti palazzo Chigi per il 13 dicembre.
«I pochi collegamenti rimasti – fa notare il sindacato – saranno attestati a Roma per la dorsale tirrenica ed a Bologna per la dorsale adriatica, con cambio treno per chi è diretto oltre le suddette località » determinando «gravi disagi ai viaggiatori e forti riduzioni dei livelli occupazionali nel gruppo Fs a cominciare dalla chiusura dello stabilimento motori di San Nicola di Melfi e nell’indotto con il licenziamento annunciato di oltre 600 addetti per la scorta notturna e le pulizie».
«La scelta di Trenitalia – ha dichiarato il presidente dell’Anci Puglia Luigi Perrone – si traduce in un’effettiva privazione del diritto alla mobilità e in enormi disagi per i cittadini dei nostri territori e nella progressiva emarginazione delle Regioni del Mezzogiorno. Sollecitiamo alla Regione la convocazione di un incontro con tutte le parti interessate perché serve un’azione congiunta e responsabile per giungere ad una soluzione che salvaguardi le legittime aspirazioni delle nostre comunità ».
Intanto, si deve registrare l’inserimento in extremis da parte di Trenitalia di un Freccia Bianca andata e ritorno Taranto-Milano che non può comunque compensare l’attuale cancellazione di circa 30 treni, tra Eurostar, Intercity ed Espressi (diurni e notturni, giornalieri e periodici) in partenza dalla Puglia, Calabria e Sicilia e diretti a Bolzano, Roma, Milano, Venezia e Torino.
La mobilitazione locale, quindi, andrà avanti nel tentativo di trovare una positiva mediazione anche se le segreterie regionali del meridione Fit-Cisl (compresa quella pugliese) hanno già indetto una manifestazione davanti palazzo Chigi per il 13 dicembre.
«I pochi collegamenti rimasti – fa notare il sindacato – saranno attestati a Roma per la dorsale tirrenica ed a Bologna per la dorsale adriatica, con cambio treno per chi è diretto oltre le suddette località » determinando «gravi disagi ai viaggiatori e forti riduzioni dei livelli occupazionali nel gruppo Fs a cominciare dalla chiusura dello stabilimento motori di San Nicola di Melfi e nell’indotto con il licenziamento annunciato di oltre 600 addetti per la scorta notturna e le pulizie».
«La scelta di Trenitalia – ha dichiarato il presidente dell’Anci Puglia Luigi Perrone – si traduce in un’effettiva privazione del diritto alla mobilità e in enormi disagi per i cittadini dei nostri territori e nella progressiva emarginazione delle Regioni del Mezzogiorno. Sollecitiamo alla Regione la convocazione di un incontro con tutte le parti interessate perché serve un’azione congiunta e responsabile per giungere ad una soluzione che salvaguardi le legittime aspirazioni delle nostre comunità ».
Intanto, si deve registrare l’inserimento in extremis da parte di Trenitalia di un Freccia Bianca andata e ritorno Taranto-Milano che non può comunque compensare l’attuale cancellazione di circa 30 treni, tra Eurostar, Intercity ed Espressi (diurni e notturni, giornalieri e periodici) in partenza dalla Puglia, Calabria e Sicilia e diretti a Bolzano, Roma, Milano, Venezia e Torino.