TARANTO. Gli agenti del Commissariato della Polizia di Stato e del Comando Stazione Forestale di Martina Franca, in provincia di Taranto, hanno sequestrato nel territorio comunale, in localita' 'Montetullio', un terreno boscato dove era prevista la realizzazione di 44 appartamenti situati in diversi corpi di fabbrica separati per una volumetria di oltre 13.000 metri cubi.
Il provvedimento e' stato emesso dal gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati, su richiesta del pm della Procura Remo Epifani, il quale ha ritenuto sussistenti i gravi indizi raccolti dalla polizia giudiziaria.
LE INDAGINI - Le indagini, che hanno coinvolto il rappresentante legale della societa' proprietaria dell'area, il titolare del permesso di costruire (un noto imprenditore della citta' della valle d'Itria) e l'allora dirigente dello sportello unico per l'edilizia del Comune di Martina, hanno consentito di accertare che il permesso era stato rilasciato in maniera illegittima e in violazione delle norme ambientali ed urbanistiche. I reati ipotizzati sono l'abuso d'ufficio in concorso, la violazione dei vincoli di tutela ambientale e il falso in concorso.
ABUSO D'UFFICIO PER DIRIGENTE COMUNE - Il dirigente comunale, infatti, abusando dei propri poteri aveva rilasciato l'8 marzo 2011 il titolo edificatorio in violazione del piano particolareggiato (scaduto nel 2000) e del piano regolatore generale in quanto aveva dato il via libera alla realizzazione, in una zona boscata di alto valore naturalistico caratterizzata anche dalla presenza di una grotta, di 44 appartamenti plurifamiliari invece delle 14 abitazioni unifamiliari, originariamente previste, procurando un indiscutibile vantaggio patrimoniale alla societa' interessata.
OPERAZIONE DA 13 MLN - Sempre lo stesso dirigente aveva dichiarato, in modo falso secondo la Procura, che si trattava di un intervento di ristrutturazione urbanistica mirato a sostituirne uno gia' esistente contrariamente al vero in quanto si trattava di un'area non edificata. Il valore economico dell'operazione e' stato stimato in maniera approssimativa in circa 13 milioni di euro.
Il provvedimento e' stato emesso dal gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati, su richiesta del pm della Procura Remo Epifani, il quale ha ritenuto sussistenti i gravi indizi raccolti dalla polizia giudiziaria.
LE INDAGINI - Le indagini, che hanno coinvolto il rappresentante legale della societa' proprietaria dell'area, il titolare del permesso di costruire (un noto imprenditore della citta' della valle d'Itria) e l'allora dirigente dello sportello unico per l'edilizia del Comune di Martina, hanno consentito di accertare che il permesso era stato rilasciato in maniera illegittima e in violazione delle norme ambientali ed urbanistiche. I reati ipotizzati sono l'abuso d'ufficio in concorso, la violazione dei vincoli di tutela ambientale e il falso in concorso.
ABUSO D'UFFICIO PER DIRIGENTE COMUNE - Il dirigente comunale, infatti, abusando dei propri poteri aveva rilasciato l'8 marzo 2011 il titolo edificatorio in violazione del piano particolareggiato (scaduto nel 2000) e del piano regolatore generale in quanto aveva dato il via libera alla realizzazione, in una zona boscata di alto valore naturalistico caratterizzata anche dalla presenza di una grotta, di 44 appartamenti plurifamiliari invece delle 14 abitazioni unifamiliari, originariamente previste, procurando un indiscutibile vantaggio patrimoniale alla societa' interessata.
OPERAZIONE DA 13 MLN - Sempre lo stesso dirigente aveva dichiarato, in modo falso secondo la Procura, che si trattava di un intervento di ristrutturazione urbanistica mirato a sostituirne uno gia' esistente contrariamente al vero in quanto si trattava di un'area non edificata. Il valore economico dell'operazione e' stato stimato in maniera approssimativa in circa 13 milioni di euro.