Tokyo: allarme nucleare finito a Fukushima?

di Ines Macchiarola. Il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda, in un messaggio trasmesso dalla tv pubblica Nhk, ha annunciato, Venerdì 16 Dicembre il “cold shut down”, ovvero l'arresto a freddo e messa in sicurezza dei tre reattori della centrale di Fukushima, colpita dal sisma/tsunami l'11 marzo 2011.

“Ora - ha riferito il premier - bisogna andare avanti e accelerare verso il processo di decontaminazione.” La ricaduta radioattiva ha costretto all'evacuazione circa centosessantamila persone – vogliamo fare uno sforzo congiunto per poter permettere loro di tornare a casa prima possibile, e ricostruire i primari mezzi di sussistenza - riferisce Noda nel medesimo comunicato da Tokyo.

Dai rapporti pubblicati si apprende che il governo giapponese e laTokyo Electric Power Co. avrebbero contenuto la crisi nucleare. Si ricordi che la TEPCO Tokyo, in seguito allo tsunami e alle scosse di assestamento, ha subito il guasto irreversibile dei sistemi di raffreddamento, che a portato allo scioglimento dei nuclei di tre reattori, nonché a perdite di acqua radioattiva altamente contaminante. La stessa società si è proposta di ripristinare il sistema di raffreddamento entro la fine di quest'anno, e comunica il raggiungimento dell'obbiettivo nel mese di Settembre attraverso un rapporto puntuale, aggiornato e disponibile sul loro sito ufficiale.

Il mese scorso la società, inoltre, ha valutato l'esposizione alle radiazioni ai confini dell'impianto, misurando un valore soglia di 0,1 millisievertall'anno, al di sotto del target fissato a 1 millisievert/anno. Tuttavia resta ancora in discussione il reale status dei reattori.

"Raggiungere l'arresto a freddo non cambia la condizione dei reattori – ha spiegato nel corso di una intervista telefonica Tadashi Narabayashi, ex ricercatore sulla sicurezza dei reattori di Toshiba Corp. e ora professore di ingegneria nucleare presso l'Università di Hokkaido. Narabayashi sostiene che il raggiungimento della condizione di “cold shut down” porterà il governo alla rivalutazione delle zone di evaquazione e alla parziale eliminazione delle restrizioni di abitabilità a seconda del grado di contaminazione.

“E' un risultato positivo quello di aver raggiunto la temperatura di 100 gradi Celsius dell'acqua – afferma Arnie Gunderson, ingegnere nucleare, in una intervista telefonica dal Vermount alla Commissione di regolamentazione nucleare degli Stati Uniti riguardo il caso “Fukushima” - tuttavia non so perché hanno scelto di parlare di “arresto a freddo”, perché questo è un affronto a quelli che del settore sanno davvero cosa significhi il termine – precisa - questo nocciolo è ancora nello stato in cui il centro è straordinariamente caldo".

Secondo il comunicato del premier giapponese invece l’emergenza nucleare a Fukushima è finita, la centrale nucleare non rappresenta più un pericolo e rimangono da affrontare solo la bonifica e la decontaminazione della zona."Ora inizia la parte più difficile per TEPCO, che è la pulizia - ha riferito Najmedin Meshkati, professore di ingegneria civile presso la 'University of Southern California', ivi ha lavorato come consulente per lo smantellamento di Chernobyl.

"Il lavoro di smantellamento dell'impianto è molto lontano. Ora è necessario concentrarsi sulla rimozione del combustibile fuso, anche attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie per demolire il resto delle strutture - afferma sempre Narabayashi all' Hokkaido University – senza togliere che esistono circa sette chilometri di tubi in plastica correlati al neo sistema di raffreddamento di fortuna che dovranno essere sostituiti con quelli in metallo. Quando Gunderson dichiara la chiusura freddo a Fukushima rischia di erodere ulteriormente la fiducia che il popolo giapponese ha verso la capacità del governo di gestire l'industria nucleare. In questi casi l'unica cosa da non fare dinanzi agli occhi dei giapponesi è esagerare. E questa è una esagerazione.”

Difatti inizia a dilagare un certo scetticismo ed allarmismo da parte sia della popolazione giapponese, che richiede tempestività e trasparenza, sia da parte di esperti in materia, e autorevoli associazioni ambientaliste, declinati invece al pessimismo i primi e all'incredulità per partito preso i secondi. E' piuttosto diffuso credere che questi comunicati abbiano lo scopo di “diluire”,con sottile ed interessata sapienza politica, i dati sui reali danni assorbiti e cumulati dal territorio, colpito dal peggiore disastro nucleare civile dopo quello di Chernobyl nel 1986.

Fonte: http://mdn.mainichi.jp; http://www.tepco.co.jp/en/press/corp-com/release/index-e.html

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