Usura: Procura barese chiede 13 condanne a presunti affiliati clan Parisi

BARI. La Procura di Bari ha chiesto la condanna di 13 persone accusate, a vario titolo, di aver fatto parte di un'associazione per delinquere finalizzata all'usura, estorsione, riciclaggio ed esercizio abusivo del credito. Secondo l'accusa, avrebbero costituito una vera e propria holding capace di trarre profitti, grazie all'usura, per svariati milioni di euro. Complessivamente la pm della Dda barese, Elisabetta Pugliese, ha avanzato la richiesta di circa 70 anni di carcere per i 13 imputati ritenuti vicini al clan mafioso di Savino Parisi, boss del rione Japigia di Bari.

Tra gli imputati ci sono nomi eccellenti e alcuni parenti stretti del capo mafia, come Vito Parisi, per il quale e' stata chiesta una condanna ad 8 anni e 4 mesi, Radames Parisi (sei anni e tre mesi), Antonio Fiorentino (8 anni) ed Emanuele Fiorentino (sei anni e sei mesi) e Giuseppe Lafirenze (5 anni e 4 mesi). Un'organizzazione ben strutturata, gestita dal clan Parisi di Bari in collaborazione con esponenti del gruppo Fiorentino. L'operazione della guardia di finanza di Bari, nell'ottobre del 2010, porto' all'arresto di 24 persone. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, imprenditori e negozianti baresi sarebbero state le vittime preferite del gruppo.

Le indagini partirono nel 2008 dalla denuncia di un ristoratore (oggi sotto protezione) stanco di subire per tre anni vessazioni, minacce e danneggiamenti oltre che a pagare somme di denaro con tassi che variavano dal 120% al 240%. Ma la vera novita' dell'organizzazione era la formula, definita dagli investigatori 'presenta un amico', con la quale gli usurati sarebbero diventati a loro volta usurai. In altri termini presentavano all'organizzazione nuovi clienti-vittime bisognosi di denaro. In cambio ricevevano sconti sui tassi usurai a loro applicati.

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