BARI. ''Se il governo dovesse mettere mano all'articolo 18, la reazione spero dell'Italia intera, e dell'Italia democratica e civile, non potrebbe che essere durissima perche' l'articolo 18 e' un presidio della civilta'''. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e leader di Sel Nichi Vendola, parlando a Bari con i giornalisti a margine di una presentazione di un bando sul welfare.
L'articolo 18 e' ''l'idea che il diritto che vale e' il diritto al lavoro. Se noi capovolgiamo la logica e la nostra cultura democratica e stabiliamo che il diritto vero e' quello del'impresa a licenziare - ha aggiunto - scivoliamo in un'altra storia, una storia che io rifiuto culturalmente. Chiunque sia al governo e si permetta di intaccare e di sfregiare i diritti dei lavoratori non potrebbe che ricevere una reazione durissima. E farlo usando l'argomento piu' volgare e demagogico che siccome ci sono i giovani precari non garantiti allora bisogna togliere le garanzie a chi ce le ha gia', e' un argomento insopportabile. Il problema non e' togliere le garanzie a chi come garanzia ha 1.300 al mese e il diritto di non essere licenziato. Il problema e' estendere le garanzie a chi non ne ha mai potuto godere''.
''Su questo piano non si gioca, non si scherza. Sul piano dei diritti non si scherza. Non si puo' pensare di fare passi indietro - ha sottolineato ancora Vendola - perche' l'Italia si aspetta passi in avanti''.
Sulla battaglia che il partito di Bossi vuole fare contro l'Imu, Vendola non ha dubbi: "La Lega non ha titolarita' politica ne' morale per stare sulle barricate. La Lega e' stata una dei protagonisti principali della grande macelleria sociale andata in scena in tutti questi anni''.
''La Lega oggi si sente all'opposizione delle scelte che ha contribuito a produrre portando il Paese al disastro'', ha concluso Vendola, ma ''non puo' esercitarsi oggi con l'indice accusatore. E' sul banco degli accusati e degli imputati. E' uno dei grandi responsabili insieme alla destra del disastro in cui e' precipitata l'Italia''.
L'articolo 18 e' ''l'idea che il diritto che vale e' il diritto al lavoro. Se noi capovolgiamo la logica e la nostra cultura democratica e stabiliamo che il diritto vero e' quello del'impresa a licenziare - ha aggiunto - scivoliamo in un'altra storia, una storia che io rifiuto culturalmente. Chiunque sia al governo e si permetta di intaccare e di sfregiare i diritti dei lavoratori non potrebbe che ricevere una reazione durissima. E farlo usando l'argomento piu' volgare e demagogico che siccome ci sono i giovani precari non garantiti allora bisogna togliere le garanzie a chi ce le ha gia', e' un argomento insopportabile. Il problema non e' togliere le garanzie a chi come garanzia ha 1.300 al mese e il diritto di non essere licenziato. Il problema e' estendere le garanzie a chi non ne ha mai potuto godere''.
''Su questo piano non si gioca, non si scherza. Sul piano dei diritti non si scherza. Non si puo' pensare di fare passi indietro - ha sottolineato ancora Vendola - perche' l'Italia si aspetta passi in avanti''.
Sulla battaglia che il partito di Bossi vuole fare contro l'Imu, Vendola non ha dubbi: "La Lega non ha titolarita' politica ne' morale per stare sulle barricate. La Lega e' stata una dei protagonisti principali della grande macelleria sociale andata in scena in tutti questi anni''.
''La Lega oggi si sente all'opposizione delle scelte che ha contribuito a produrre portando il Paese al disastro'', ha concluso Vendola, ma ''non puo' esercitarsi oggi con l'indice accusatore. E' sul banco degli accusati e degli imputati. E' uno dei grandi responsabili insieme alla destra del disastro in cui e' precipitata l'Italia''.