Alemanno dopo lo stupro mostra il pugno duro: troppe armi in giro

ROMA. ''Non accettero' mai piu' inviti alla prudenza e ai toni bassi''. Ad affermarlo Gianni Alemanno, in interviste oggi su Repubblica, Il Messaggero e il Giornale all'indomani della rapina nel quale sono rimasti uccisi un commerciante cinese e la figlioletta nel quartiere romano di Tor Pignattara.

In citta', spiega, ''sta crescendo un tessuto criminale fuori dai limiti fisiologici: il traffico di droga e di armi e' fuori controllo. E' come se nei quartieri a rischio, piccole e grandi bande abbiano alzato la cresta e si sentano padroni del territorio. Vanno sgominate subito''.

Il sindaco ricorda che ''quando nella criminalita' entrano in campo bande territoriali, spaccio di droga, utilizzo di armi, i sindaci hanno solo un potere di denuncia e di sollecitazione, perche' in questo caso, quelli che devono intervenire sono le forze dello Stato''.

E' necessario ''aggredire i territori a rischio con interventi a tappeto di carattere preventivo e non solo dopo che sono avvenuti i fatti criminali. A dicembre abbiamo firmato il terzo patto per Roma sicura e lo Stato, dopo molti sforzi, si e' impegnato a mettere in campo 400 uomini in piu' che stanno arrivando solo adesso''. ''Le leggi ci sono tutte ma fino ad ora non sono state applicate spesso a Roma.

Bisogna che la magistratura autorizzi questo utilizzo senza timidezze di sorta''. ''Per la mia amministrazione la sicurezza e' sempre stata al primo posto - sottolinea Alemanno - e oggi le metropoli sono i luoghi piu' esposti alla crescita della criminalita'.

Quando quattro anni fa ho sollevato questo problema sembrava un'eresia: venivo accusato di essere un candidato che voleva speculare sulle paure dei cittadini. Oggi nessuno fa piu' questo discorso: almeno si e' creata una consapevolezza della priorita' di questo problema''.

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