Carceri: Sappe, a Bari non applicato decreto anti affollamento

BARI. La segreteria regionale della Puglia del Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha richiesto, attraverso il proprio segretario generale dottor Capece, l'intervento del Ministro della Giustizia Paola Severino ''affinche' verifichi - spiega il segretario nazionale Federico Pilagatti - il perche' a Bari ed in alcune carceri della regione l'articolo di legge che prevede che gli arrestati debbano rimanere a disposizione delle forze dell'ordine nelle camere di sicurezza fino all'udienza di convalida, non venga correttamente applicato''.

Il provvedimento e' teso a evitare le 'porte girevoli' cioe' gli ingressi di uno, due giorni di fermati che vanno ad ingolfare la gia' grave situazione di sovraffollamento del carcere di Bari, e di quelle della Regione tra i piu' affollati d'Italia. ''Si deve rilevare che proprio in quei pochi giorni in cui tale norma ha funzionato - continua - si sarebbe assistito ad un crollo di ingressi nel carcere di Bari, cosa che sarebbe ripresa in maniera massiccia per cui in taluni giorni si registrano 10,15 ingressi al giorno con circa una decina di uscite, a seguito della non corretta applicazione di tale norma''.

Un decreto che si ''prevedeva di difficile applicazione'' ma ''purtroppo pero' quello che sta accadendo in questi giorni presso il carcere di Bari ed in alcune carceri pugliesi diventa irritante, poiche' ormai qualsiasi motivazione da parte degli operatori delle Forze dell'ordine per portare gli arrestati presso il carcere invece di custodirli in attesa del processo nelle camere di sicurezza, sarebbe buona''.

Per Pilagatti ''tutto cio' sta creando ulteriori disagi ad un carcere (Bari-Carrassi ndr) ormai allo stremo come peraltro, finalmente, certificato anche dal Magistrato di Sorveglianza sia per il sovraffollamento, risalito a circa 530 detenuti per 210 posti, sia per la carenza di organico poiche' il personale di Polizia Penitenziaria e' sempre piu' ridotto a causa dei pensionamenti che non vengono rimpiazzati dall'Amministrazione Penitenziaria.

La legge prevede poi - continua il segretario del Sappe - che le convalide degli arrestati dovrebbero essere fatte in carcere, cosa che non avverrebbe, costringendo ad ulteriore aggravio di lavoro i poliziotti del nucleo traduzioni che li debbono accompagnare al palazzo di giustizia. Quindi tutti si chiamano fuori, lasciando alla polizia penitenziaria l'onere di pensare a cose che la legge prevede che tocchino ad altri. Se non lo si fosse capito - ha sottolineato - ormai e' chiaro che il carcere non e' piu' solo il luogo di pena dove mettere chi stupra, chi ammazza, chi ruba e fa reati brutti, ma anche una discarica umana dove mettere di tutto e di piu', malati mentali, sieropositivi, derelitti, stranieri, e sicuramente anche innocenti. Ancora una volta l'Italia si distingue, non certo in meglio, dal resto delle altre Nazioni''.

Il Sappe ribadisce la volonta' ''di non volere nemmeno per un attimo polemizzare con nessuno, ma si chiede come sia possibile che in questo Paese si possano aggirare delle leggi, con motivazioni e cavilli senza che nessuno poi ne debba poi rispondere''. Alla ministro Severino si chiede che ''intervenga per verificare, attraverso un ispezione, le cause che non consentono ad una legge dello Stato di essere correttamente applicata in Puglia''.

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