ROMA. Monta la protesta ad Hong Kong contro la nota maison milanese di moda D&G. Dopo qualche giorno sono dovute arrivare anche le scuse dell'azienda ai cittadini: "Comprendiamo bene che cio' che si e' verificato davanti alla boutique di Canton Road abbia offeso gli abitanti di Hong Kong, e per questo chiediamo scusa. Siamo profondamente dispiaciuti" si legge in un comunicato stampa diffuso oggi dalla casa di moda. Nelle ultime settimane, riferisce AgoChina24,.
Il marchio italiano e' finito al centro di una bufera dopo che un addetto alla sicurezza della boutique, sita nella strada della moda hongkonghese, ha impedito a un ragazzo di fotografare la vetrina. Un divieto che, a detta dell'uomo della security, sarebbe rivolto solo ai cittadini dell'ex colonia britannica, non ai turisti cinesi.
Ai giornali locali, nei giorni successivi all'incidente, i titolari della boutique avevano spiegato che il divieto ha lo scopo di contrastare il fenomeno della contraffazione e di proteggere la proprieta' intellettuale. Ma perche', allora, esentare i cittadini della Cina continentale? La societa' glissa sul motivo. "Se Dolce&Gabbana discrimina gli hongkonghesi dovrebbe trasferire altrove le sue attivita'": la vicenda, raccontata su Facebook dalla vittima, ha scatenato l'ira dei cittadini sia sul web che fuori.
Il marchio italiano e' finito al centro di una bufera dopo che un addetto alla sicurezza della boutique, sita nella strada della moda hongkonghese, ha impedito a un ragazzo di fotografare la vetrina. Un divieto che, a detta dell'uomo della security, sarebbe rivolto solo ai cittadini dell'ex colonia britannica, non ai turisti cinesi.
Ai giornali locali, nei giorni successivi all'incidente, i titolari della boutique avevano spiegato che il divieto ha lo scopo di contrastare il fenomeno della contraffazione e di proteggere la proprieta' intellettuale. Ma perche', allora, esentare i cittadini della Cina continentale? La societa' glissa sul motivo. "Se Dolce&Gabbana discrimina gli hongkonghesi dovrebbe trasferire altrove le sue attivita'": la vicenda, raccontata su Facebook dalla vittima, ha scatenato l'ira dei cittadini sia sul web che fuori.