di Redazione. ''L'ho ammazzato, l'ho ammazzato''. Inizia così il dramma nella tranquilla cittadina di Guagnano, nel Leccese, dove Enzo Caretto, pensionato di 70 anni, ha ucciso a coltellate al torace il figlio 32enne Giovanni, impiegato al cinema multisala "Medusa" di Surbo.
E' accaduto nella tarda serata di ieri nell'abitazione della famiglia Caretto, in via Carlo Albero Dalla Chiesa. Secondo una prima ricostruzione, Giovanni era andato a dormire, ma e' stato svegliato da urla e rumori provenienti dalle altre stanze.
L'ira fatale e' stata scatenata dal litigio provocato anche dall'eccesso di alcool bevuto dal genitore e alla presenza della moglie e della figlia di quest'ultimo.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Campi Salentina e i sanitari del 118, ma per Giovanni Caretto non c'e' stato nulla da fare. Enzo Caretto in passato era stato segnalato ai servizi sociali dai carabinieri, altre volte intervenuti nella sua abitazione per liti scoppiate a causa del suo carattere irascibile e dall'abuso di alcol.
La vittima, invece, abitava con loro e contribuiva al mantenimento della famiglia che viveva una situazione di difficolta' e di disagio che era gia' conosciuta.
L'omicida e' stato accompagnato all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce dove i medici dovranno accertare se avesse assunto sostanze che ne hanno alterato lo stato di coscienza. Il pm Francesca Miglietta ha disposto l'autopsia della vittima.
E' accaduto nella tarda serata di ieri nell'abitazione della famiglia Caretto, in via Carlo Albero Dalla Chiesa. Secondo una prima ricostruzione, Giovanni era andato a dormire, ma e' stato svegliato da urla e rumori provenienti dalle altre stanze.
L'ira fatale e' stata scatenata dal litigio provocato anche dall'eccesso di alcool bevuto dal genitore e alla presenza della moglie e della figlia di quest'ultimo.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Campi Salentina e i sanitari del 118, ma per Giovanni Caretto non c'e' stato nulla da fare. Enzo Caretto in passato era stato segnalato ai servizi sociali dai carabinieri, altre volte intervenuti nella sua abitazione per liti scoppiate a causa del suo carattere irascibile e dall'abuso di alcol.
La vittima, invece, abitava con loro e contribuiva al mantenimento della famiglia che viveva una situazione di difficolta' e di disagio che era gia' conosciuta.
L'omicida e' stato accompagnato all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce dove i medici dovranno accertare se avesse assunto sostanze che ne hanno alterato lo stato di coscienza. Il pm Francesca Miglietta ha disposto l'autopsia della vittima.