Fiat: fermi i rapporti col Governo. Marchionne, nulla di nuovo da dire alla Fornero

ROMA. La Fiat non ha nulla di nuovo da dire al governo. Cosi' l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, ha commentato la convocazione da parte del ministro del Welfare, Elsa Fornero, a margine di un convegno di Automotive news. "Il ministro mi ha chiamato di nuovo - ha detto - ma io sono stato chiaro. Non so cosa posso cambiare nella mia versione della storia. Sono gia' stato molto, molto chiaro". Il rischio che corre l'Italia, ha avvertito il manager del Lingotto, e' quello "di tornare indietro di 20 anni, sui livelli del 1985-1986". In Italia quest'anno per il mercato dell'auto si prevede una performance molto debole, "con meno di 1,7 milioni di auto vendute e non si puo' continuare cosi' - ha insistito - si deve andare avanti. Bisogna rifondare le basi".

Al governo non chiedo nulla se non pace sociale, ha detto l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler. "Non ho nulla da negoziare - ha affermato Marchionne - non ho chiesto nulla: non ho chiesto supporto finanziario e non ho chiesto incentivi. Ho solo chiesto pace tra le parti per poter lavorare".

Su dove sara' stabilito il quartier generale di Fiat-Chrysler non e' stata ancora presa alcuna decisione, ha assicurato Marchionne. "Sulla sede faremo cio' che e' giusto dal punto di vista corporate - ha rimarcato - non c'e' ancora nessuna decisione. Bisogna vedere se anche i sindacati si impegneranno a fare la loro parte per lo sviluppo del settore o se vogliono continuare a bloccare il processo di ristrutturazione necessario. In quel caso non avrei scelta?".

Secondo il manager del Lingotto, "la sfida per l'Italia e' quella di decidere se vuole tornare ad essere un forte Paese manifatturiero oppure no. Ce lo dicano. - ha rincarato - visto che una parte del sindacato, quello piu' a sinistra, sembra avere visione diversa".

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