TARANTO. "Ilva ha impugnato presso il Tar di Lecce la rideterminazione delle tariffe dell’acqua, e così facendo contrasta le politiche del risparmio della risorsa idrica per il potabile, del riuso delle acque sanificate e la riduzione della tariffa per scopi irrigui".
Ad annunciarlo è l'assessore regionale pugliese alle Opere pubbliche, Fabiano Amati, commentando il ricorso dell’azienda contro il provvedimento del Comitato di coordinamento per l’accordo Puglia-Basilicata che "ha deciso di ridurre dal prossimo anno il costo dell’acqua per l’uso agricolo del 25% e di aumentare quello per l’uso industriale nella misura del 250% per il 2012, del 400% per il 2013 e del 500% per il 2014» per «incentivare gli utilizzatori a contenere i consumi per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale stabiliti dall’Unione Europea e di perseguire una politica gestionale più sostenibile delle risorse idriche".
"Tali intendimenti che Ilva censura - rileva Amati - sono avvalorati dalle esigenze di risparmio di una risorsa in esaurimento, che tutti abbiamo il dovere di preservare per le future generazioni ed anche per noi stessi, se solo si consideri che stiamo vivendo in pieno stato di pre allerta per la siccità incombente. Inoltre: Ilva non considera che la delibera su cui invoca l’annullamento, accoglie le richieste plurime e continuative dell’intero mondo agricolo, ed in particolare quello tarantino, che in più riprese ci aveva proposto di assumere iniziative per conseguire la riduzione della tariffa".
Ad annunciarlo è l'assessore regionale pugliese alle Opere pubbliche, Fabiano Amati, commentando il ricorso dell’azienda contro il provvedimento del Comitato di coordinamento per l’accordo Puglia-Basilicata che "ha deciso di ridurre dal prossimo anno il costo dell’acqua per l’uso agricolo del 25% e di aumentare quello per l’uso industriale nella misura del 250% per il 2012, del 400% per il 2013 e del 500% per il 2014» per «incentivare gli utilizzatori a contenere i consumi per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale stabiliti dall’Unione Europea e di perseguire una politica gestionale più sostenibile delle risorse idriche".
"Tali intendimenti che Ilva censura - rileva Amati - sono avvalorati dalle esigenze di risparmio di una risorsa in esaurimento, che tutti abbiamo il dovere di preservare per le future generazioni ed anche per noi stessi, se solo si consideri che stiamo vivendo in pieno stato di pre allerta per la siccità incombente. Inoltre: Ilva non considera che la delibera su cui invoca l’annullamento, accoglie le richieste plurime e continuative dell’intero mondo agricolo, ed in particolare quello tarantino, che in più riprese ci aveva proposto di assumere iniziative per conseguire la riduzione della tariffa".
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