Isabella Ragonese e il fascino androgino dell’Orlando di Virginia Wolf conquistano il Curci
di Nicola Ricchitelli. «Orlando l'ho scelto perché non mi piaceva l' idea di un eventuale monologo, l'assolo che dimostri che vengo dal teatro. È da quattro anni che non lo faccio. Volevo ritrovarmi in una compagnia». E fu cosi che la neolaureata in filosofia teoretica Isabella Ragonese – celebre la sua interpretazione nel film “Tutta una vita davanti” – dopo aver sfiorato il Nastro D’Argento nel 2008 – per poi vincerlo nel 2010 – e il David di Donatello sempre nel 2010 – miglior attrice protagonista nel film “La nostra vita” di Daniele Luchetti – decise di vestire i panni di Orlando di Virginia Wolf.
Il romanzo della giovane scrittrice racconta la storia fantastica di un eroe, Orlando, che, attraversando quattro secoli di storia, si innamora ma viene tradito, si rifugia nella poesia ma si accorge che come poeta non vale un granché, si consola con l'amicizia ma l'amicizia lo ripaga con l'inganno. L'autrice, stufa di raccontare le avventure di un uomo, decide con un colpo di scena di diventare lei stessa protagonista della sua commedia. E così sarà lei a scegliere di non umiliarsi con un matrimonio di interesse per intraprendere una strada di dignità e merito personale senza mai perdere il piacere della vita.
La Ragonese trasforma la Commedia di Orlando in un inno alla gioia e alla vita, un Orlando che in realtà mantiene la sua identità in una continua scoperta, che gli permette di vivere un' eterna prima volta. Una commedia lontana dal voler scimmiottare gli illustri precedenti - il film con Tilda Swinton, il teatro a Parigi con Isabelle Huppert – ma che coglie l'essenza dell' adolescenza, quel momento in cui non si capisce così bene se si è uomo o donna. Orlando come Ulisse compie un viaggio fantastico attraverso il tempo e lo spazio, senza porre limiti al proprio desiderio di sperimentare, di agire, di conoscere, alla ricerca di una vita piena e appagata; attraversa quattro secoli di passioni travolgenti e cupe delusioni, tutte legate alla percezione della vita come un'opera, unica, preziosa e irripetibile.
Isabella Ragonese interpreta un Orlando con grazia sensuale portando in scena anche le goffaggini, le ingenuità e i soprassalti adolescenziali del protagonista. Orlando non è solo: non si separa mai da Mrs Virginia Grimsdith (Sarah Biacchi), interlocutrice privilegiata e consigliera, in cui è concentrata molta della sensibilità e della geniale ironia della stessa Virginia Woolf, e da Judy (Claudia Gusmano), Faith (Laura Rovetti), Hill (Andrea Gambuzza) e Hall (Guglielmo Favilla), ragazze e ragazzi ‘tutto fare’, devoti e sfacciati, che fungono da amplificatori delle emozioni di Orlando. Completano l’organico dei personaggi in scena (tutti interpretati da Fabrizio Odetto) l’Arciduca, capace di essere donna quando Orlando è uomo, e uomo quando Orlando è donna, Green lo scrittore, Marmaduk, fascinoso marito, marinaio ed aviatore, e da ultimo il Capo dei Gitano.
In questa avventura quasi circense nello spazio e nel tempo, la trama si dispiega guizzante e lancia suggestioni irresistibili per lo spirito: il mito dell’immortalità, il ciclo stagionale della morte e della rinascita, il ricongiungimento nell’unità originaria dei generi maschile e femminile, la condivisione della vita con altri esseri umani. Quattro secoli di storia evocano sollecitazioni visive sulfuree e fiammeggianti, raccolte nei costumi – di Giovanni Licheri e Alida Cappellini - che descrivono con allegria e ironia le epoche e gli ambienti che attraversano: il castello di Orlando, Costantinopoli, l’altipiano dei gitani, feste, matrimoni, partenze, banchetti...
Regia e drammaturgia sono firmate da Emanuela Giordano, scene e costumi da Giovanni Licheri e Alida Cappellini.
Il romanzo della giovane scrittrice racconta la storia fantastica di un eroe, Orlando, che, attraversando quattro secoli di storia, si innamora ma viene tradito, si rifugia nella poesia ma si accorge che come poeta non vale un granché, si consola con l'amicizia ma l'amicizia lo ripaga con l'inganno. L'autrice, stufa di raccontare le avventure di un uomo, decide con un colpo di scena di diventare lei stessa protagonista della sua commedia. E così sarà lei a scegliere di non umiliarsi con un matrimonio di interesse per intraprendere una strada di dignità e merito personale senza mai perdere il piacere della vita.
La Ragonese trasforma la Commedia di Orlando in un inno alla gioia e alla vita, un Orlando che in realtà mantiene la sua identità in una continua scoperta, che gli permette di vivere un' eterna prima volta. Una commedia lontana dal voler scimmiottare gli illustri precedenti - il film con Tilda Swinton, il teatro a Parigi con Isabelle Huppert – ma che coglie l'essenza dell' adolescenza, quel momento in cui non si capisce così bene se si è uomo o donna. Orlando come Ulisse compie un viaggio fantastico attraverso il tempo e lo spazio, senza porre limiti al proprio desiderio di sperimentare, di agire, di conoscere, alla ricerca di una vita piena e appagata; attraversa quattro secoli di passioni travolgenti e cupe delusioni, tutte legate alla percezione della vita come un'opera, unica, preziosa e irripetibile.
Isabella Ragonese interpreta un Orlando con grazia sensuale portando in scena anche le goffaggini, le ingenuità e i soprassalti adolescenziali del protagonista. Orlando non è solo: non si separa mai da Mrs Virginia Grimsdith (Sarah Biacchi), interlocutrice privilegiata e consigliera, in cui è concentrata molta della sensibilità e della geniale ironia della stessa Virginia Woolf, e da Judy (Claudia Gusmano), Faith (Laura Rovetti), Hill (Andrea Gambuzza) e Hall (Guglielmo Favilla), ragazze e ragazzi ‘tutto fare’, devoti e sfacciati, che fungono da amplificatori delle emozioni di Orlando. Completano l’organico dei personaggi in scena (tutti interpretati da Fabrizio Odetto) l’Arciduca, capace di essere donna quando Orlando è uomo, e uomo quando Orlando è donna, Green lo scrittore, Marmaduk, fascinoso marito, marinaio ed aviatore, e da ultimo il Capo dei Gitano.
In questa avventura quasi circense nello spazio e nel tempo, la trama si dispiega guizzante e lancia suggestioni irresistibili per lo spirito: il mito dell’immortalità, il ciclo stagionale della morte e della rinascita, il ricongiungimento nell’unità originaria dei generi maschile e femminile, la condivisione della vita con altri esseri umani. Quattro secoli di storia evocano sollecitazioni visive sulfuree e fiammeggianti, raccolte nei costumi – di Giovanni Licheri e Alida Cappellini - che descrivono con allegria e ironia le epoche e gli ambienti che attraversano: il castello di Orlando, Costantinopoli, l’altipiano dei gitani, feste, matrimoni, partenze, banchetti...
Regia e drammaturgia sono firmate da Emanuela Giordano, scene e costumi da Giovanni Licheri e Alida Cappellini.