ROMA. “La maggior parte dei principali partiti politici egiziani ha promesso ad Amnesty International di portare avanti ambiziose riforme nel campo dei diritti umani, ma ha al contempo dato risposte ambigue o ha rifiutato d’impegnarsi a porre fine alla discriminazione, a proteggere i diritti delle donne e ad abolire la pena di morte”. E’ questo il risultato dell’invito che Amnesty International ha rivolto ai partiti politici lo scorso novembre, prima dell’inizio delle elezioni parlamentari, chiedendo loro di sottoscrivere un ‘Manifesto per i diritti umani in Egitto’, contenente 10 misure-chiave, e di esprimere in questo modo la loro seria volonta’ di favorire riforme significative in materia di diritti umani. “Amnesty International ha scritto a 54 partiti politici e ha cercato d’incontrare 15 delle formazioni principali: di queste, nove hanno sottoscritto il ‘Manifesto per i diritti umani in Egitto’, in tutto o in parte, e tre hanno dato risposte a voce. Il Partito della liberta’ e della giustizia, che ha ottenuto la maggioranza dei seggi nella nuova Assemblea del popolo, e’ stato uno dei tre partiti che sostanzialmente non hanno risposto, nonostante i considerevoli sforzi fatti da Amnesty International per conoscere il suo punto di vista. ‘Mentre questa settimana s’insediano i primi nuovi parlamentari, e’ incoraggiante vedere che cosi’ tanti dei principali partiti politici abbiano discusso con Amnesty International e si siano dimostrati pronti a impegnarsi in favore del cambiamento, attraverso il contrasto alla tortura, la tutela dei diritti degli abitanti degli insediamenti precari e la garanzia di processi equi’ – ha dichiarato Philip Luther, direttore ad interim di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord. ‘Tuttavia, e’ preoccupante constatare che un certo numero di partiti ha rifiutato d’impegnarsi in favore dell’uguaglianza dei diritti per le donne. Oltre al fatto che nel nuovo parlamento egiziano le donne sono poche, questo pone alti ostacoli a un ruolo a tutto tondo delle donne nella vita politica egiziana’ – ha commentato Luther. ‘Vogliamo sfidare il nuovo parlamento a cogliere l’opportunita’ della stesura della nuova costituzione per garantire tutti i diritti a tutte le persone. Le pietre miliari della nuova costituzione dovranno essere la non discriminazione e l’uguaglianza di genere’ – ha precisato Luther. I due unici partiti che hanno sottoscritto tutti e 10 gli impegni del ‘Manifesto per i diritti umani in Egitto’ sono stati il Partito socialdemocratico egiziano e il Partito dell’alleanza popolare socialista. Quasi tutti i 12 partiti che hanno risposto ad Amnesty International si sono impegnati ad attuare i primi sette punti, che comprendono il rispetto dei diritti civili e politici, la fine del trentennale stato d’emergenza, il contrasto alla tortura, la tutela della liberta’ d’espressione e d’associazione, la garanzia di celebrare processi equi e lo svolgimento d’indagini sulle violazioni dei diritti umani commesse sotto il regime di Hosni Mubarak”.
“Amnesty International - continua la nota - ha inoltre ottenuto da quasi tutti i partiti un impegno in favore degli abitanti degli insediamenti precari e dei diritti economici, sociali e culturali di tutti gli egiziani. L’ottavo punto del ‘Manifesto per i diritti umani in Egitto’, la fine della discriminazione, e’ stato sottoscritto dalla maggior parte dei partiti ma diversi di essi hanno risposto di non poter accogliere la richiesta di Amnesty International di porre fine alla discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identita’ di genere. I commenti di almeno due partiti lasciano intendere che il problema della discriminazione contro i copti, compresa quella relativa all’edificazione dei luoghi di culto, e’ stato esagerato. Un certo numero di partiti ha espresso riserve sul nono punto del ‘Manifesto per i diritti umani in Egitto’, relativo alla protezione dei diritti delle donne, inclusa l’uguaglianza di diritti in materia di matrimonio, divorzio, affidamento dei figli ed eredita’".
“Amnesty International - continua la nota - ha inoltre ottenuto da quasi tutti i partiti un impegno in favore degli abitanti degli insediamenti precari e dei diritti economici, sociali e culturali di tutti gli egiziani. L’ottavo punto del ‘Manifesto per i diritti umani in Egitto’, la fine della discriminazione, e’ stato sottoscritto dalla maggior parte dei partiti ma diversi di essi hanno risposto di non poter accogliere la richiesta di Amnesty International di porre fine alla discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identita’ di genere. I commenti di almeno due partiti lasciano intendere che il problema della discriminazione contro i copti, compresa quella relativa all’edificazione dei luoghi di culto, e’ stato esagerato. Un certo numero di partiti ha espresso riserve sul nono punto del ‘Manifesto per i diritti umani in Egitto’, relativo alla protezione dei diritti delle donne, inclusa l’uguaglianza di diritti in materia di matrimonio, divorzio, affidamento dei figli ed eredita’".
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