La crisi secondo Brunetta: l'effetto Monti? Non c'è stato

di Desirèe Montesano. Nella giornata di venerdì 20 gennaio si è svolto a Roma, presso l’Auletta dei Gruppi di Montecitorio, un interessante incontro dal titolo: La Crisi: Euro, Debito Pubblico, Liberalizzazioni.
All’incontro, moderato dal capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto, hanno partecipato Renato Brunetta, Massimo Corsaro, Francesco Forte, Antonio Tajani, Anna Maria Bernini, Luigi Casero, Maurizio Gasparri, Mariastella Gelmini, Gaetano Quagliariello, Paolo Romani, Andrea Ronchi, Stefano Saglia, Denis Verdini, Raffaello Vignali.
L’incontro si è poi concluso con l’intervento del Segretario Politico del Pdl Angelino Alfano.
Rilevante, nel corso del convegno, l’analisi della crisi fatta dall’ex ministro Renato Brunetta.
L'incipit del ministro Brunetta è ironico: “Ora che i professori sono ministri, io da ministro torno a fare il professore e vi spiego le cause della crisi, rispondendo ad alcune semplici domande.

Quali sono i personaggi della crisi?
Personaggi della crisi sono prime fra tutte le bolle speculative. In economia si definisce bolla speculativa una particolare fase di un qualsiasi mercato caratterizzata da un aumento considerevole e ingiustificato dei prezzi di uno o più beni, dovuto ad una crescita della domanda repentina e limitata nel tempo. Alla fase di nascita e di crescita della bolla segue poi la fase di "scoppio" che tende a ripristinare i valori originari del bene in questione.
Le bolle speculative, protagoniste della crisi, sono: le bolle di internet, la bolla immobiliare, la sub-bolla delle materie prime e la speculazione sui debiti sovrani.
Le crisi nascono negli Stati Uniti con le bolle speculative considerate la distruzione creativa dell’economia mondiale. Dagli Stati Uniti gli effetti si sono propagati in Europa, fino a passarci tutta la patata bollente. Le bolle speculative hanno prodotto una liquidità forzosa tendente ad assorbire le bolle stesse e la liquidità è diventata speculazione.
La speculazione è l’essenza stessa del capitalismo, così le bolle speculative si trasferiscono come un tornado dagli Stati Uniti all’Europa e questo si traduce con effetti di crescita negli Stati Uniti ed effetti depressivi in Europa. Il problema è la gestione della speculazione, e qui risiede la differenza tra gli Stati Uniti e l’Europa. In Europa il regolatore principe dell’economia è la Banca centrale europea negli Stati Uniti il regolatore è la FED. Lo statuto della BCE è uno statuto non interventista la FED ha uno statuto interventista.
L’Europa è il sistema più forte che ha più sostenibilità della spesa corrente ma resta fragile per la mancanza di una sistema compatto, fragile nell’autodifesa ma pagatore. L’Italia è l’archetipo di tutto questo, fragile nella governace ma che paga.
Premesso che la liquidità è universale, questa si collocherà dove ci sono meno controlli , si crea una vera attrazione fatale verso i luoghi di impotenza di intervento, primi tra tutti l’Europa.

Cosa ci dice dei debiti sovrani?
Il gioco si è spostato sui i debiti sovrani, secondo le stime del FMI, nel 2012 i governi mondiali avranno bisogno di prendere a prestito dai mercati più di 11.000 miliardi di dollari. Di questi 1.400 miliardi in Europa 4.700 miliardi negli Stati Uniti e 3000 miliardi in Giappone, pertanto la crisi del debito pubblico europeo è quantitativamente marginale rispetto al resto del mondo. L’Europa è la cenerentola nel suo bisogno per rifinanziare i debiti sovrani, la sua crisi è marginale ma le sue difficoltà la rendono la più appetibile.

Qual è la situazione italiana?
In questa crisi mentre qualcuno governava, Berlusconi, la sinistra accentrava la tempesta. Le bugie sono bugie. Basta guardare i dati relativi agli ultimi sessanta giorni del governo Berlusconi, l’economista Veltroni pronosticava una caduta dello spread , invece, dopo Berlusconi nei primi sessanta giorni del governo Monti il famoso spread è aumentato di circa 100 punti. L’effetto Monti non c’è stato e lo spread è salito di 100 punti ma questo non è colpa di Monti.

Monti ha salvato l’Italia?
Si, Monti ha salvato l’Italia al 20%, ha fatto solo una correzione e questa manovra correttiva vale circa 60 miliardi di euro . Berlusconi ha salvato l’Italia all’80%.

Monti ha cambiato la credibilità del nostro paese?
No, perché siamo a più 100 punti di spread. Monti ha predisposto misure per lo sviluppo che hanno il sapore di una bibita estiva, sono bozze di decreto da bibite estive, siamo entrati nel pieno di una trappola e oggi occorre uscire da questa trappola. L’Italia non è il grande malato ha solo un grande debito pubblico che è perfettamente in grado di saldare ed è proprio per questo motivo che risulta appetibile per il mercato.
Il tema dei temi è dunque l’attacco al debito, vendere, vendere, vendere ma anche verità, verità, verità. Rischiamo di crollare dietro una serie di bugie e questo non bisogna consentirlo. Io preferisco la soluzione spagnola, si vada all’elezioni”.

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