Libri: L'epistolario di Gregorio Munno

di Vittorio Polito. È stato pubblicato da Levante Editori il volume a cura di Gabriella Moretti “L’epistolario di Gregorio Munno.
Un primo ampio panorama degli epistolari presenti in Puglia lo aveva offerto anni fa Francesco De Martino in “Lettere di ieri”, un articolato e documentato saggio alla fine del volume “Puglia di ieri, Puglia di oggi” (Levante Editori, 2001). Fra i tanti importanti epistolari spiccava per la sua qualità e per la sua corposità quello di Gregorio Munno, un’infinità di lettere conservate nella “Sala Munno” della Biblioteca comunale “P. Rendella” di Monopoli, da quando, nel 1975, il Senatore Luigi Russo suggerì al Comune di acquistare l’intero studio dall’erede, la Prof.ssa Rosina, apprezzata pianista e docente di musica.
In quell’occasione De Martino pubblicò alcune delle lettere a Munno, fra le quali l’unica lettera nota di Lorenzo Rocci (1864-1950), che in quegli anni lavorava al mitico “Vocabolario greco-italiano” (1939, poi 1943), ripubblicato l’anno scorso dalla Dante Alighieri in nuovissima versione.
L’epistolario Munno è stato ora pubblicato da Gabriella Moretti, allieva di De Martino e figlia del bibliotecario della Biblioteca di Monopoli. Insegnante di Lettere Italiane e Latine (Liceo Scientifico di Monopoli e da quest’anno Istituto Magistrale “S. Benedetto” di Conversano), l’autrice ha conseguito il diploma in violino presso il Conservatorio di Monopoli e il titolo di dottore di ricerca in Filologia greca e latina (Università di Bari), con una tesi che rappresenta la prima traduzione italiana con commento dell’unico importante trattato musicale antico sopravvissuto interamente il “De Musica” di Aristide Quintiliano: Quintiliano, “Sulla Musica”. Versione e Note (Levante Editori 2010). Qualche anno fa la Moretti aveva pubblicato anche una rassegna delle edizioni scolastiche della Medea di Euripide (“A Scuola con Medea”, Levante 2007).
Il volume su Munno è corposo, benché vi trovi posto solo la corrispondenza con filologi e case editrici. L’epistolario è un suggestivo affresco della cultura di quegli anni, quasi un romanzo il cui protagonista è un “formicone” di Puglia, nato a Monopoli il 13 ottobre 1891e morto il 7 novembre del 1966. Allievo di Pasquale Leogrande, preside al Ginnasio di Monopoli, passò poi al Liceo Classico di Conversano e frequentò l’Università prima a Napoli, e poi a Firenze e a Milano, dove si laureò in Letteratura Italiana presso la Regia Accademia Scientifico-Letteraria, il 20 dicembre 1922, con una tesi manzoniana su “Il padre Cristoforo nella storia e nel romanzo”. In quegli anni, quando ancora non c’era nessuna università in Puglia, a Milano c’erano però illustri pugliesi, quali Nicola Zingarelli di Cerignola, l’autore del famoso vocabolario italiano, e Aristide Calderini di Taranto, esperto e appassionato papirologo. Mentre Munno muoveva i primi passi come filologo, da Monopoli lo allettava con l’offerta congiunta di un insegnamento ed anche della presidenza del neonato Liceo Classico. Munno scelse il ritorno e diventò preside a vita. Non abbandonò però i suoi studi, ma li incanalò verso il mondo dei libri per la scuola, un “genere editoriale” in quell’epoca in pieno splendore e solitamente di grande qualità. Commentò vari autori greci e latini, Omero, Demostene, Platone, Lisia, Plutarco, Cicerone, Cesare, Virgilio, e altri ancora. Alla mancanza di una biblioteca specialistica in loco, Munno sopperì con una fitta e alacre corrispondenza con il fior fiore dei filologi classici del tempo. La lista dei suoi corrispondenti è impressionante e impressionanti sono anche la premura e la puntualità con cui tanti accademici rispondevano al preside di Monopoli: Calderini, Sabbadini, Cantarella, Marchesi, Rostagni, Valgimigli, Della Corte, Untersteiner, Pascucci, Pieraccioni, Ronconi, Albini, e tanti altri, incluse le prime cattedratiche come Luigia Achillea Stella e Margherita Guarducci. Tra i meridionali c’erano, accanto ai già ricordati Zingarelli e Calderini, anche Nicola Festa di Matera, il salentino Garzya, i siciliani Bione e Cataudella, e il mitico meridionalista Tommaso Fiore, filologo e amico personale di Munno.
“Lettere di ieri” ma capaci di affascinare ancora oggi raccontando da tantissime diverse visuali più di mezzo secolo di storia italiana, le due Guerre Mondiali, il ventennio fascista, la ricostruzione, la Repubblica e il boom economico degli anni ’60. Un volume adatto ad una collana come “Diomede”, dedicata appunto al territorio e alle sue culture, curata da Francesco De Martino.

Gabriella Moretti
(a cura di)
L’epistolario di Gregorio Munno
Levante Editori
pagg. 840, € 78

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