ROMA. L’embargo petrolifero sarebbe una delle sanzioni più dure per Teheran: il petrolio rappresenta i quattro quinti dell’export iraniano. Oggi a Bruxelles il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea potrebbe adottarlo per persuadere il regime di Ahmadinejad ad abbandonare le sue ambizioni nucleari. Ma dove va il petrolio iraniano?
L’Iran ne esporta 2,5 milioni di barili al giorno. Oltre il 60 per cento - più di 1 milione e mezzo di barili al giorno - va in Asia. Il 22 per cento va in Cina. Il 14 per cento in Sud Corea. Il 14 per cento in Giappone. Il 13 per cento in India. Cina, Giappone e Sud Corea dipendono dall'Iran per circa il 10 per cento del petrolio importato. Il 7 per cento arriva in Turchia. Tra i Paesi europei, le destinazioni principali sono l’Italia e la Spagna, rispettivamente con il 7 e il 6 per cento. Percentuali minori in Grecia, Francia, resto d'Europa, Taiwan, Sud Africa e Sri Lanka.
L’Iran ne esporta 2,5 milioni di barili al giorno. Oltre il 60 per cento - più di 1 milione e mezzo di barili al giorno - va in Asia. Il 22 per cento va in Cina. Il 14 per cento in Sud Corea. Il 14 per cento in Giappone. Il 13 per cento in India. Cina, Giappone e Sud Corea dipendono dall'Iran per circa il 10 per cento del petrolio importato. Il 7 per cento arriva in Turchia. Tra i Paesi europei, le destinazioni principali sono l’Italia e la Spagna, rispettivamente con il 7 e il 6 per cento. Percentuali minori in Grecia, Francia, resto d'Europa, Taiwan, Sud Africa e Sri Lanka.
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