BARI. ''Non solo un inchino in segno di omaggio all'isola del Giglio, ma una vera e proprio prova di coraggio e spavalderia che consisteva nel passare con la nave da crociera larga 35 metri tra i due scogli a ridosso del porto in uno spazio di appena 60 metri''. Lo afferma un comandante di lungo corso in un'intervista pubblicata oggi dalla Gazzetta del Mezzogiorno, a condizione di mantenere l'anonimato. Sarebbe stata questa sfida a causare la tragedia della Costa Concordia. Quella ''di suonare le sirene della nave, sostando magari a un miglio dalla costa'' sarebbe quindi ''una vecchia tradizione marinara'' che i napoletani hanno iniziato a chiamare 'inchino'.
E cioè una prova di coraggio e bravura che ''consiste nel passare tra i due scogli delle Scole che spuntano a sud del porto dell'isola del Giglio, a circa 150 metri dalla costa e distanti appena 60 metri uno dall'altro. L'inchino all'isola si dovrebbe fare passando al largo dei due scogli, quindi in condizioni di sicurezza, l'inchino-folle si fa invece passandoci in mezzo. E' questo - sottolinea l'anonimo intervistato - che sembra essere accaduto venerdi' sera''.
Sembra che ''in condizioni di mare calmo quella sfida sia stata ripetuta altre volte. Anche venerdi' sera il mare era calmo, e a far urtare la nave probabilmente e' stato un errore di manovra, oppure le correnti piu' forti del solito che Schettino non aveva calcolato e che ha provato a superare proprio aumentando la velocita'''.
E cioè una prova di coraggio e bravura che ''consiste nel passare tra i due scogli delle Scole che spuntano a sud del porto dell'isola del Giglio, a circa 150 metri dalla costa e distanti appena 60 metri uno dall'altro. L'inchino all'isola si dovrebbe fare passando al largo dei due scogli, quindi in condizioni di sicurezza, l'inchino-folle si fa invece passandoci in mezzo. E' questo - sottolinea l'anonimo intervistato - che sembra essere accaduto venerdi' sera''.
Sembra che ''in condizioni di mare calmo quella sfida sia stata ripetuta altre volte. Anche venerdi' sera il mare era calmo, e a far urtare la nave probabilmente e' stato un errore di manovra, oppure le correnti piu' forti del solito che Schettino non aveva calcolato e che ha provato a superare proprio aumentando la velocita'''.
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