LECCE. É durato oltre tre ore il giro per i reparti del Fazzi, fortemente voluto dal sindaco Paolo Perrone. Un sopralluogo dettato dall'emergenza sanitaria in atto e richiesto a gran voce dalla cittadinanza. "In questi anni mi sono recato più volte in ospedale per interloquire con operatori sanitari, pazienti e famiglie - ha detto il primo cittadino - ed è stato nel corso della mia ultima visita, qualche settimana fa, che ho ricevuto la richiesta pressante di organizzare un sopralluogo che comprendesse un faccia a faccia con dirigenti e primari dei reparti. Nelle mie intenzioni c'era il desiderio di dialogare con tutti loro in modo costruttivo, con l'intento di comprendere le ragioni di un malessere esplicito e comprendere se esistono dei margini di miglioramento”.
Le criticità osservate durante il sopralluogo nei reparti di Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia Generale, Nefrologia, Ortopedia, Urologia, Radiologia, sale operatorie e Pronto Soccorso, compromettono seriamente il diritto alla salute del cittadino, leccese e salentino. Come é noto, il Piano di Riordino Sanitario ha portato alla chiusura di ospedali in tutta la provincia, lasciando scoperte intere porzioni di territorio e causando il collasso del nosocomio leccese, costretto ad accogliere una richiesta smisurata di soccorso e di ricoveri che - in termini di personale e di posti letto - non riesce a fronteggiare.
Dai colloqui con i primari e i dirigenti di reparto, é emerso chiaro il grido d'allarme di professionisti che, pur volendolo, nei fatti non riescono ad assolvere al proprio dovere. "Ciò che si sarebbe potuto fare, non é stato fatto. Questo ospedale, nel giro di qualche anno, non riuscirà a garantire più nemmeno i servizi minimi", ci hanno infatti riferito. Il disagio più avvertito dagli operatori della sanità, medici e infermieri, é quello legato alla totale assenza di programmazione e progettualità. "Ogni mese - hanno detto - siamo costretti a cambiare linea, in base alle difficoltà che sopraggiungono".
Le criticità osservate durante il sopralluogo nei reparti di Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia Generale, Nefrologia, Ortopedia, Urologia, Radiologia, sale operatorie e Pronto Soccorso, compromettono seriamente il diritto alla salute del cittadino, leccese e salentino. Come é noto, il Piano di Riordino Sanitario ha portato alla chiusura di ospedali in tutta la provincia, lasciando scoperte intere porzioni di territorio e causando il collasso del nosocomio leccese, costretto ad accogliere una richiesta smisurata di soccorso e di ricoveri che - in termini di personale e di posti letto - non riesce a fronteggiare.
Dai colloqui con i primari e i dirigenti di reparto, é emerso chiaro il grido d'allarme di professionisti che, pur volendolo, nei fatti non riescono ad assolvere al proprio dovere. "Ciò che si sarebbe potuto fare, non é stato fatto. Questo ospedale, nel giro di qualche anno, non riuscirà a garantire più nemmeno i servizi minimi", ci hanno infatti riferito. Il disagio più avvertito dagli operatori della sanità, medici e infermieri, é quello legato alla totale assenza di programmazione e progettualità. "Ogni mese - hanno detto - siamo costretti a cambiare linea, in base alle difficoltà che sopraggiungono".