ROMA. E' giunto il giorno del verdetto sul referendum. La riforma della legge elettorale e' appesa alla decisione della Corte Costituzionale che si e' riunita questa mattina in Camera di consiglio, a porte chiuse, per decidere l'ammissibilita', o meno, dei due quesiti referendari proposti dal Comitato guidato da Arturo Parisi e Andrea Morrone.
Il primo quesito chiede l'abrogazione completa della legge Calderoli del 2005, il cosiddetto 'Porcellum', che modifico' le precedenti norme elettorali per Camera e Senato. Secondo i promotori, con la cancellazione dell'ultima legge tornerebbe automaticamente in vigore quella precedente, il cosiddetto 'Mattarellum' del 1993, che prevede l'assegnazione del 75% dei seggi col sistema uninominale maggioritario e del restante 25% col proporzionale di lista. Il secondo quesito invece abroga solo alcune parti della legge Calderoli.
Secondo quanto si apprende, la decisione dei quindici giudici costituzionali dovrebbe arrivare in serata o al piu' tardi domani mattina. In Camera di consiglio saranno ascoltate le ragioni dei promotori del referendum elettorale.
Se la Corte costituzionale desse il via libera al referendum, i cittadini sarebbero chiamati a votare tra il 15 aprile e 15 giugno, come prevede la Costituzione, salvo l'approvazione di una nuova legge elettorale da parte del Parlamento.
Il primo quesito chiede l'abrogazione completa della legge Calderoli del 2005, il cosiddetto 'Porcellum', che modifico' le precedenti norme elettorali per Camera e Senato. Secondo i promotori, con la cancellazione dell'ultima legge tornerebbe automaticamente in vigore quella precedente, il cosiddetto 'Mattarellum' del 1993, che prevede l'assegnazione del 75% dei seggi col sistema uninominale maggioritario e del restante 25% col proporzionale di lista. Il secondo quesito invece abroga solo alcune parti della legge Calderoli.
Secondo quanto si apprende, la decisione dei quindici giudici costituzionali dovrebbe arrivare in serata o al piu' tardi domani mattina. In Camera di consiglio saranno ascoltate le ragioni dei promotori del referendum elettorale.
Se la Corte costituzionale desse il via libera al referendum, i cittadini sarebbero chiamati a votare tra il 15 aprile e 15 giugno, come prevede la Costituzione, salvo l'approvazione di una nuova legge elettorale da parte del Parlamento.
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