Riforma del lavoro: primi ostacoli nella trattativa con i sindacati

ROMA. Il governo Monti è deciso chiudere in tempi brevissimi il negoziato aperto ieri con le parti sociali sulla riforma del lavoro. Lo strumento legislativo con le proposte di riforma verranno proposte in Parlamento sara' un disegno di legge e non un decreto come nel caso delle liberalizzazioni. Lo ha chiarito nel corso della trasmissione ''Otto e mezzo'' su La7 Antonio Catricala', sottosegretario alla presidenza del Consiglio. I tempi del confronto dovranno comunque essere brevi vista l'urgenza di un intervento in questa materia.

Intanto, il ministro del Lavoro Elsa Fornero, ha annunciato che non consegnera' oggi alle parti sociali il documento nel quale il governo intende fissare le proprie proposte che verranno sintetizzate in cinque punti. ''Ci lavorero' ancora tenendo conto di quello che ho ascoltato da imprese e sindacati'', dichiara alla fine delle negoziazioni Palazzo Chigi che e' durato quattro ore. Va detto che i sindacati si sono mostrati molto cauti nel giudizio.

Il premier Monti, in apertura, aveva ribadito di augurarsi soluzioni strutturali per il mercato del lavoro e ha invitato a non concentrarsi sulla controversa questione dell'abolizione o meno dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Tra le ipotesi in studio di riforma strutturali, c'e' quella di un modello contrattuale che si modelli sulla vita del lavoratore: un probabile contratto unico con tutele sociali.

Il governo vorrebbe riformare l'attuale sistema di regolazione della cassa integrazione con una stretta sull'attuale durata e la sostanziale limitazione alla cassa ordinaria (sarebbe utilizzata al massimo per 52 settimane). L'utilizzo della cassa integrazione verrebbe limitato ai casi in cui si prevede che la ripresa del lavoro possa avvenire rapidamente.

In caso di uscita da una azienda in difficolta', il lavoratore riceverebbe un'indennita' risarcitoria.

Il ministro Fornero ha inoltre illustrato le ipotesi allo studio dell'esecutivo sul tema delle assunzioni: l'obiettivo e' far costare di piu' la flessibilita' e favorire la conversione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, attraverso la graduazione degli sgravi contributivi in rapporto alla formazione del singolo lavoratore.

Tuttavia, secondo la Camusso, segretaria della Cgil: ''Le parti sociali al tavolo sono tutte d'accordo sul fatto che non si puo' superare la cassa integrazione straordinaria.

Per noi, si parte dall'agenda dei problemi e non da contenuti gia' predeterminati''. Da qui l'invito al governo a discutere di tipologie contrattuali, apprendistato e formazione, flessibilita' come organizzazione della produttivita', ammortizzatori sociali, servizi all'impiego.

''Chiediamo al governo di non pensare di procedere a colpi di mano perche' altrimenti la musica cambia.

Focalizzare sull'articolo 18 tutti i mali della produttivita' e del lavoro e' irriverente e anche sbagliato perche' distrae dalle cose da fare'', commenta Raffaele Bonanni, segretario della Cisl.

Il segretario della Uil, Luigi Angeletti, è sulla stessa linea d'onda: ''Temo che il metodo suggerito dal governo possa favorire il disastro. La definizione delle soluzioni deve essere il prodotto di un confronto negoziale vero''.

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