Ripa: Perrone, giuste le dimissioni ma la sinistra non sa chiedere scusa nè perdonare

LECCE. "Considero le dimissioni dell'assessore Ripa un atto di responsabilità e di serietà personale e politica. Un gesto dovuto, considerata l'obiettiva gravità delle affermazioni dalle quali, fin dal primo momento, mi sono fermamente dissociato, a livello umano prima e come sindaco poi. Ho già avuto modo di dire che conosco bene Giuseppe che, rammaricato per l'accaduto, ha voluto porre immediato rimedio a una uscita infelice. L'ha fatto nell'unico modo possibile, rassegnando le dimissioni da assessore comunale con delega alla Mobilità e al Traffico".
Lo ha detto il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, in merito alle dimissioni dell'assessore Giuseppe Ripa, dopo la bagarre scatenata da alcune sue uscite infelici sul social network Facebook sull'omosessualità.
"Ho accettato la sua decisione, - prosegue Perrone - consapevole del fatto che questo episodio abbia turbato la sensibilità di molti leccesi e non solo, anche se per mia indole personale ritengo che una delle virtù più apprezzabili nei rapporti umani sia la capacità di perdonare chi ha sbagliato e ha chiesto scusa. Esattamente quello che ho fatto io oggi con Antonio Rotundo, accettando le sue scuse giunte a distanza di "soli" quattro anni e mezzo con una lettera per le accuse ingiuste rivolte a me e alla mia famiglia in merito alla vicenda Iskenia. Caso vuole che Rotundo, - precisa - soltanto dopo essere stato rinviato a giudizio, si é affrettato a fare un passo indietro. Se valesse per Rotundo lo stesso criterio adottato per il caso Ripa, oggi Loredana Capone dovrebbe chiedere le sue dimissioni, reo di aver diffamato la mia persona e la mia famiglia. Evidentemente per la sinistra esistono offese di serie A e offese di serie B, in base a chi le fa e a chi le riceve".
"Prendiamo atto - conclude il sindaco leccese - della determinazione che oggi Loredana Capone intende utilizzare per garantire il rispetto delle persone. La riservasse anche a me per ripagarmi del torto ricevuto, chiedendo le dimissioni del capo dell'opposizione comunale, magari attraverso una petizione simile a quella lanciata da Carlo Salvemini e da lei pienamente condivisa".

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