Sarah: al via il processo. Sabrina piange, Michele cerca il suo sguardo

di Roberta Calò. "Se le due innocenti non escono di prigione per me è finita io andrò in un pozzo ma poi voglio vedere se saranno bravi a trovarmi. Nessuno mi vuole credere Però l'ho detto cosa farò: io quando parlo di Sarah e dico che mi faccio giustizia da solo, dico che la faccio finita. Poi voglio vedere se riescono a trovarmi. Io non riesco ad andare avanti". Questo è quanto ha dichiarato Michele Misseri in previsione dell'inizio del processo per l'omicidio della nipote, la piccola Sarah Scazzi.
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Il processo è finalmente iniziato. Sotto accusa ci sono la zia della vittima, Cosima Serrano, e la cugina, Sabrina Misseri. Le due donne verranno processate per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere. Ai media e ai giornalisti sono stati riservati un numero limitato di posti; alla trasmissione "Un giorno in pretura" è stato concesso di effettuare le riprese che verranno poi trasmesse a tutte le altre emittenti.

Ha cercato lo sguardo della moglie e della figlia rinchiuse nella gabbia dell'aula Alessandrini del Tribunale di Taranto. Misseri ci ha provato tutto il tempo a guardare negli occhi Sabrina e Cosima Serrano, entrambe detenute con l'accusa di concorso in omicidio volontario. Ma loro niente. Sabrina, ad inizio di udienza, è addirittura scoppiata più volte in lacrime e ha avuto un leggero mancamento. Lo ha confermato ai giornalisti uno dei suoi avvocati, Nicola Marseglia.
"È normale -ha detto il legale- che in una situazione come quella odierna, a dibattimento, l'imputata, rimasta nella gabbia e neppure ammessa a stare a fianco del difensore, possa aver avuto una reazione come questa. Sta nelle cose". Ma a Michele Misseri (accusato di concorso in soppressione di cadavere e di altri reati minori), forse un gesto servirebbe. Ancora ieri è tornato a ribadire "Io non riesco ad andare avanti". In collegamento telefonico con Tgcom24 ha detto: "Sono vittima e colpevole. Il mio senso di colpa è che ci sono due innocenti in carcere". Poi prosegue "Una ragazza che è stata giustiziata, le volevamo tutti bene, poi all'improvviso mi è successo questo. Io ho sempre detto di essere colpevole. Non ho fiducia nella legge terrena, chissà quanti innocenti ci sono in carcere"."Se le due innocenti non escono di prigione per me è finita io andrò in un pozzo ma poi voglio vedere se saranno bravi a trovarmi".
Negli ultimi giorni Michele Misseri ha spedito altre lettere, una alla figlia Sabrina e due alla moglie Cosima Serrano. "Chiederemo al presidente di autorizzare la consegna di queste lettere alla difesa o direttamente alla Corte di Assise", ha detto l’avvocato Nicola Marseglia.

Nessuna immagine di Sabrina - La Corte di Assise di Taranto ha stabilito con ordinanza, dopo un'ora e mezza di camera di consiglio, che le immagini del processo per l'omicidio di Sarah Scazzi potranno essere mandate in onda solo dopo la conclusione del processo stesso. Con la stessa ordinanza, accertato l'interesse "particolarmente rilevante" della vicenda da parte dell'opinione pubblica, la Corte ha autorizzato la ripresa integrale del dibattimento da parte della trasmissione di RaiTre 'un giorno in preturà. Non potranno essere ripresi dalle telecamere gli imputati Cosima Serrano, Sabrina Misseri, Carmine Misseri, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, nonchè testimoni e consulenti che ne facciano esplicita richiesta, come avevano fatto gli imputati. Vietata anche la presenza in aula dei fotografi che avrebbero immortalato una Sabrina, in nero come la madre Cosima, che ha continuato a stropicciare nervosamente un fazzoletto tra le mani, ed è apparsa visibilmente dimagrita. Ha i capelli lunghi e si è sistemata in un angolo, quasi in disparte dietro le sbarre, mentre la madre Cosima, anch’ella vestita di nero e apparentemente imperturbabile, si è messa un pò più avanti rispetto alla figlia e quasi appoggiandosi alle sbarre.

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