LECCE. Stop definitivo alla realizzazione del Centro polifunzionale. E’ stato rigettato, infatti, il ricorso per revocazione, proposto al Consiglio di Stato dal Consorzio Arché e dalla Società di Progetto Edificio Polifunzionale di Lecce srl (difesi dagli avvocati F. Casertano e F. Laudadio) contro il Comune di Lecce (avvocato Laura Astuto).
Con questa sentenza (la n. 6946/2011) il Consiglio di Stato ha accolto l’eccezione di inammissibilità per tardività sollevata dalla difesa dell’Amministrazione, ritenendo che il ricorso per revocazione sia stato presentato oltre il termine di legge che, nel caso di specie, deve ritenersi dimidiato, vale a dire ridotto (ex art. 119, comma 2 e 120 c.p.a).
In tal modo assume carattere di assoluta definitività la sentenza resa dal Consiglio di Stato (sez. V n. 7407/2010) con la quale il Giudice Amministrativo aveva ritenuto legittimo il recesso operato dal Comune di Lecce dalla convenzione attuativa del project financing volto alla progettazione, realizzazione e gestione dell’edificio polifunzionale da adibire ad edifici comunali, aggiudicato allo stesso Consorzio, a causa dell’informativa antimafia resa dalla Prefettura di Caserta da cui emergevano pericoli di infiltrazione mafiosa nella compagine del Consorzio Arché.
Con questa sentenza (la n. 6946/2011) il Consiglio di Stato ha accolto l’eccezione di inammissibilità per tardività sollevata dalla difesa dell’Amministrazione, ritenendo che il ricorso per revocazione sia stato presentato oltre il termine di legge che, nel caso di specie, deve ritenersi dimidiato, vale a dire ridotto (ex art. 119, comma 2 e 120 c.p.a).
In tal modo assume carattere di assoluta definitività la sentenza resa dal Consiglio di Stato (sez. V n. 7407/2010) con la quale il Giudice Amministrativo aveva ritenuto legittimo il recesso operato dal Comune di Lecce dalla convenzione attuativa del project financing volto alla progettazione, realizzazione e gestione dell’edificio polifunzionale da adibire ad edifici comunali, aggiudicato allo stesso Consorzio, a causa dell’informativa antimafia resa dalla Prefettura di Caserta da cui emergevano pericoli di infiltrazione mafiosa nella compagine del Consorzio Arché.
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