BARI. “Il governo Monti deve farsi carico della questione legata ai trasporti di Trenitalia in Puglia e alla dotazione infrastrutturale ferroviaria. Ci attendiamo in tempi brevi il ripristino di un decoroso servizio notturno a prezzi comparabili con quelli antecedenti il cambio orario, il ripristino dei collegamenti giornalieri su Roma da Bari e Taranto e il ripristino, senza “rottura di carico”, dei collegamenti notturni sull’adriatica. Per l’offerta diurna dei treni ci attendiamo invece il ripristino del livello di offerta dei treni Eurostar sulla direttrice Lecce/Bari/Roma esistente meno di due anni fa e cioè cinque coppie di treni ES”.
Lo ha chiesto il presidente della regione Puglia Nichi Vendola in una lettera che ha inviato, nella serata di ieri, al presidente del Consiglio Mario Monti (e per conoscenza ai Ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera e della Coesione territoriale Fabrizio Barca) in vista dell’incontro previsto a Roma per il prossimo martedì 17 gennaio. Una lunga e dettagliata lettera (in allegato) corredata di informazioni anche specifiche sullo stato dell’arte dei trasporti e delle infrastrutture trasportistiche in Puglia. Vendola ha inteso dunque farsi portavoce presso il Presidente del Consiglio di quel “sentimento ampio, diffuso e condiviso ad ogni livello e da ogni parte di grande irritazione nei confronti del peggioramento del servizio ferroviario offerto ai cittadini ed alle imprese pugliesi”. Una percezione – si legge nella lettera - che sta generando “una forte reazione” constatata dallo stesso Presidente Vendola nel corso del recente incontro svoltosi il 10 gennaio scorso a Bari con i rappresentanti di tutte le forze sociali, dei consumatori, dei sindacati, delle associazioni datoriali, dell’Anci e dell’Upi e con i rappresentanti di tutte le forze politiche che siedono in consiglio regionale, senza distinzione alcuna.
Vendola ha anche evidenziato nella lettera “come nel corso dell’ultimo decennio, lo Stato abbia impropriamente delegato le funzioni del proprietario al gruppo FS, il quale, con le risorse finanziarie di tutti i cittadini italiani (non dimentichiamo, infatti, che Trenitalia e rete Ferroviaria Italiana, società del gruppo FS, sono società pubbliche di proprietà dello Stato) ha privilegiato (con rete Ferroviaria Italiana) i massicci e consistenti investimenti infrastrutturali verso il territorio del Nord Italia e lungo la dorsale tirrenica (sino a Napoli) a scapito della dorsale adriatica, del Centro-Sud Italia, delle Isole. Sulla Puglia – ha scritto ancora Vendola - per la sua collocazione meridionale e adriatica, sono ricaduti gli effetti più penalizzanti di questo disegno strategico asimmetrico e squilibrato. Irrinunciabile, pertanto, diviene l’immediata esigenza che lo Stato si riappropri della sua capacità di programmazione dello sviluppo del territorio, cercando di riparare, nel più breve tempo possibile, quei guasti che hanno segnato, e segneranno per molto tempo ancora, il nostro territorio”.
Il Presidente poi ha analizzato nel dettaglio il “colpo mortale al servizio notturno inferto da Trenitalia con l’ultimo cambio dell’orario” chidendo contestualmente che “lo Stato ora rimetta celermente in riga, e nelle forme dovute, il servizio di trasporto pretendendo dal management comportamenti uniformati ad una più sana gestione industriale”.
Lo ha chiesto il presidente della regione Puglia Nichi Vendola in una lettera che ha inviato, nella serata di ieri, al presidente del Consiglio Mario Monti (e per conoscenza ai Ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera e della Coesione territoriale Fabrizio Barca) in vista dell’incontro previsto a Roma per il prossimo martedì 17 gennaio. Una lunga e dettagliata lettera (in allegato) corredata di informazioni anche specifiche sullo stato dell’arte dei trasporti e delle infrastrutture trasportistiche in Puglia. Vendola ha inteso dunque farsi portavoce presso il Presidente del Consiglio di quel “sentimento ampio, diffuso e condiviso ad ogni livello e da ogni parte di grande irritazione nei confronti del peggioramento del servizio ferroviario offerto ai cittadini ed alle imprese pugliesi”. Una percezione – si legge nella lettera - che sta generando “una forte reazione” constatata dallo stesso Presidente Vendola nel corso del recente incontro svoltosi il 10 gennaio scorso a Bari con i rappresentanti di tutte le forze sociali, dei consumatori, dei sindacati, delle associazioni datoriali, dell’Anci e dell’Upi e con i rappresentanti di tutte le forze politiche che siedono in consiglio regionale, senza distinzione alcuna.
Vendola ha anche evidenziato nella lettera “come nel corso dell’ultimo decennio, lo Stato abbia impropriamente delegato le funzioni del proprietario al gruppo FS, il quale, con le risorse finanziarie di tutti i cittadini italiani (non dimentichiamo, infatti, che Trenitalia e rete Ferroviaria Italiana, società del gruppo FS, sono società pubbliche di proprietà dello Stato) ha privilegiato (con rete Ferroviaria Italiana) i massicci e consistenti investimenti infrastrutturali verso il territorio del Nord Italia e lungo la dorsale tirrenica (sino a Napoli) a scapito della dorsale adriatica, del Centro-Sud Italia, delle Isole. Sulla Puglia – ha scritto ancora Vendola - per la sua collocazione meridionale e adriatica, sono ricaduti gli effetti più penalizzanti di questo disegno strategico asimmetrico e squilibrato. Irrinunciabile, pertanto, diviene l’immediata esigenza che lo Stato si riappropri della sua capacità di programmazione dello sviluppo del territorio, cercando di riparare, nel più breve tempo possibile, quei guasti che hanno segnato, e segneranno per molto tempo ancora, il nostro territorio”.
Il Presidente poi ha analizzato nel dettaglio il “colpo mortale al servizio notturno inferto da Trenitalia con l’ultimo cambio dell’orario” chidendo contestualmente che “lo Stato ora rimetta celermente in riga, e nelle forme dovute, il servizio di trasporto pretendendo dal management comportamenti uniformati ad una più sana gestione industriale”.