NAPOLI. "Sono amareggiato per la decisione del Gup del Tribunale di Roma rispetto ad un procedimento in cui mi appare chiara l'incompetenza dell'autorita' giudiziaria di Roma, cosi' come e' ancora piu' evidente l'infondatezza dei fatti". Lo sostiene il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che aggiunge: "Non mi aspettavo questo rinvio a giudizio, perche' l'accusa rivoltami e' quella di aver acquisito tabulati di parlamentari senza necessaria autorizzazione del Parlamento stesso: mai un pm potrebbe essere cosi' ingenuo. Ritenevo e ritengo un dover costituzionale indagare nei confronti di tutti e anche nei confronti dei parlamentari e dei potenti. Mi auguro che la magistratura giudicante, nella sua autonomia e indipendenza, riconosca la correttezza del mio operato e l'infondatezza degli addebiti formulati dalla Procura di Roma".
"L'unica nota positiva di questa giornata amara e' che in un pubblico dibattimento tutti si potranno rendere conto della incredibile storia da cui ancora oggi sono costretto a difendermi", conclude l'ex pm.
L'ex magistrato, ora sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ed il consulente informatico Gioacchino Genchi sono stati rinviati a giudizio dal gip di Roma Barbara Callari per concorso in abuso d'ufficio. Il processo è fissato per il 17 aprile prossimo. De Magistris e Genchi dovranno rispondere dell'accusa di aver acquisito illegittimamente, nell'inchiesta denominata 'Why not', i tabulati telefonici di alcuni parlamentari senza aver chiesto preventivamente l'autorizzazione alle Camere.
"L'unica nota positiva di questa giornata amara e' che in un pubblico dibattimento tutti si potranno rendere conto della incredibile storia da cui ancora oggi sono costretto a difendermi", conclude l'ex pm.
L'ex magistrato, ora sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ed il consulente informatico Gioacchino Genchi sono stati rinviati a giudizio dal gip di Roma Barbara Callari per concorso in abuso d'ufficio. Il processo è fissato per il 17 aprile prossimo. De Magistris e Genchi dovranno rispondere dell'accusa di aver acquisito illegittimamente, nell'inchiesta denominata 'Why not', i tabulati telefonici di alcuni parlamentari senza aver chiesto preventivamente l'autorizzazione alle Camere.
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