Amati: un unico gestore per tutti gli usi, così si evitano gli sprechi

BARI. "La Puglia, isola assetata e i suoi ponti d’acqua". E’ il tema del workshop svoltosi nell’ambito di Mediterre 2012 alla Fiera del Levante di Bari. Al centro del confronto, moderato dall’assessore regionale ai lavori pubblici e risorse idriche Fabiano Amati, il ruolo dell’Acquedotto Pugliese, il più grande ente acquedottistico d’Europa, che da oltre un secolo consente alla Puglia di usufruire della preziosa risorsa prelevandola dalla Campania e dall’Irpinia.

La gestione e il rinnovamento dell’Acquedotto Pugliese – è stato spiegato – è risultato elemento fondamentale nel passaggio che ha consentito la ripubblicizzazione dell’ente. Gli investimenti sono decuplicati, i dirigenti sono stati tagliati del 40%, sono stati tappati un po’ dei buchi della rete recuperando 40 milioni di litri d’acqua l’anno. E i profitti sono triplicati a 36 milioni facendo dell’Acquedotto Pugliese uno degli esempi più virtuosi di gestione imprenditoriale dell’acqua pubblica.

Ma all’orizzonte si intravedono ulteriori innovazioni. "La partita del risparmio – ha affermato Amati – si gioca sulla creazione di un governo unitario del bacino idrografico meridionale con un unico gestore per tutti gli usi: idropotabile, irriguo, industriale. Solo questa modalità sarà in grado di intervenire per eliminare gli sprechi".

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