BARI. “E’ doveroso per una pubblica amministrazione esporre le ragioni delle proprie scelte. A maggior ragione lo è per la decisione della Regione Puglia di mettere a disposizione della riqualificazione dell’area della ex caserma Rossani 13 milioni di euro in un periodo di risorse scarse. E ancor di più dopo che si è appreso dalla stampa che il Sindaco di Bari intenderebbe rinunciarvi".
Lo riferisce l’assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente in merito al futuro della ex caserma Rossani di Bari.
"Infatti, - sottolinea la Barbanente - anche chi solitamente rifugge da ipotesi ‘complottiste’ sarebbe giustificato a ritenere che chissà cosa si nasconde sotto la proposta regionale e il rifiuto comunale. Ovviamente a quest’ultima domanda non possiamo essere noi a dare risposta. Sentiamo però il dovere di esporre le ragioni che motivano l'intervento regionale per la riqualificazione della ex caserma Rossani. Esse sottendono tre principi ai quali cerchiamo sempre di ispirare le nostre politiche. In ordine alfabetico e non di importanza, si possono riassumere in tre parole-chiave: equità, sostenibilità, trasparenza".
"La disponibilità della Regione a investire 13 milioni di euro per la caserma Rossani - spiega l'assessore - si fonda su una visione politica che attribuisce priorità nell’impiego di risorse pubbliche per la città a programmi di rigenerazione urbana che perseguono obiettivi di equità urbana, ossia di riduzione degli squilibri nelle città in termini di vivibilità, dotazione di servizi, spazi di socialità, funzioni pregiate. Se il Comune di Bari ci chiede di scegliere fra Margherita e Rossani, il principio di equità non può che indicarci un quartiere, Carrassi, che è stato per decenni abbandonato alla sua condizione di invivibilità dovuta a insopportabili densità edilizie e mancanza di spazi di relazione e aree verdi".
"E quindi - aggiunge - veniamo alla sostenibilità. Non vorrei che si dimenticasse che l'intervento regionale è stato richiesto dal Sindaco per evitare di 'dovere optare' per un project financing del valore di 80 milioni che avrebbe compromesso la possibilità di risarcire gli abitanti del quartiere delle tante sottrazioni di ossigeno e spazi aperti subite negli anni. L’idea alla base del protocollo d’intesa proposto dalla Regione è di promuovere un intervento di rigenerazione capace di ri-costruire, con la partecipazione di chi abita e usa questa parte della città, quei luoghi di relazione, quei percorsi e territori sicuri e accessibili, quegli spazi aperti indispensabili per sviluppare la vita sociale e garantire diritti di cittadinanza sottratti o negati dalle forme di urbanizzazione degli ultimi decenni".
"Ma l'ex caserma Rossani - continua ancora - non può essere considerata solo in una prospettiva di quartiere. Grazie alla vicinanza al nodo ferroviario, essa è un'area strategica non solo per la città di Bari ma per l’intera regione. E qui interviene il principio di trasparenza. La Regione può investire direttamente risorse comunitarie, senza ricorrere a una procedura di evidenza pubblica, per interventi di ampio respiro capaci di generare effetti moltiplicatori in termini di attrattività, sviluppo, occupazione: l'intervento previsto per la Rossani nella proposta di protocollo di intesa, peraltro in consonanza con la visione che emerge dai documenti comunali di pianificazione strategica, coglie l'opportunità di grandi edifici dismessi strettamente integrati ad un ampio spazio verde, assieme all’elevata accessibilità, per sperimentare, in linea con quanto è stato progettato con successo in tante città europee, forme di integrazione fra cultura, arte contemporanea e riqualificazione urbana. E questo in coerenza con una politica regionale impegnata a dimostrare quanto sia importante per lo sviluppo e per l’occupazione investire in cultura, sostenere la creatività giovanile, dare spazio alle diverse espressioni artistiche, con una particolare attenzione ai giovani e apertura al Mediterraneo.
Se si condividono questi principi e le conseguenti proposte, sul resto – ossia procedure e forme organizzative – non dovrebbe essere difficile raggiungere un’intesa”, conclude la Barbanente.
Lo riferisce l’assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente in merito al futuro della ex caserma Rossani di Bari.
"Infatti, - sottolinea la Barbanente - anche chi solitamente rifugge da ipotesi ‘complottiste’ sarebbe giustificato a ritenere che chissà cosa si nasconde sotto la proposta regionale e il rifiuto comunale. Ovviamente a quest’ultima domanda non possiamo essere noi a dare risposta. Sentiamo però il dovere di esporre le ragioni che motivano l'intervento regionale per la riqualificazione della ex caserma Rossani. Esse sottendono tre principi ai quali cerchiamo sempre di ispirare le nostre politiche. In ordine alfabetico e non di importanza, si possono riassumere in tre parole-chiave: equità, sostenibilità, trasparenza".
"La disponibilità della Regione a investire 13 milioni di euro per la caserma Rossani - spiega l'assessore - si fonda su una visione politica che attribuisce priorità nell’impiego di risorse pubbliche per la città a programmi di rigenerazione urbana che perseguono obiettivi di equità urbana, ossia di riduzione degli squilibri nelle città in termini di vivibilità, dotazione di servizi, spazi di socialità, funzioni pregiate. Se il Comune di Bari ci chiede di scegliere fra Margherita e Rossani, il principio di equità non può che indicarci un quartiere, Carrassi, che è stato per decenni abbandonato alla sua condizione di invivibilità dovuta a insopportabili densità edilizie e mancanza di spazi di relazione e aree verdi".
"E quindi - aggiunge - veniamo alla sostenibilità. Non vorrei che si dimenticasse che l'intervento regionale è stato richiesto dal Sindaco per evitare di 'dovere optare' per un project financing del valore di 80 milioni che avrebbe compromesso la possibilità di risarcire gli abitanti del quartiere delle tante sottrazioni di ossigeno e spazi aperti subite negli anni. L’idea alla base del protocollo d’intesa proposto dalla Regione è di promuovere un intervento di rigenerazione capace di ri-costruire, con la partecipazione di chi abita e usa questa parte della città, quei luoghi di relazione, quei percorsi e territori sicuri e accessibili, quegli spazi aperti indispensabili per sviluppare la vita sociale e garantire diritti di cittadinanza sottratti o negati dalle forme di urbanizzazione degli ultimi decenni".
"Ma l'ex caserma Rossani - continua ancora - non può essere considerata solo in una prospettiva di quartiere. Grazie alla vicinanza al nodo ferroviario, essa è un'area strategica non solo per la città di Bari ma per l’intera regione. E qui interviene il principio di trasparenza. La Regione può investire direttamente risorse comunitarie, senza ricorrere a una procedura di evidenza pubblica, per interventi di ampio respiro capaci di generare effetti moltiplicatori in termini di attrattività, sviluppo, occupazione: l'intervento previsto per la Rossani nella proposta di protocollo di intesa, peraltro in consonanza con la visione che emerge dai documenti comunali di pianificazione strategica, coglie l'opportunità di grandi edifici dismessi strettamente integrati ad un ampio spazio verde, assieme all’elevata accessibilità, per sperimentare, in linea con quanto è stato progettato con successo in tante città europee, forme di integrazione fra cultura, arte contemporanea e riqualificazione urbana. E questo in coerenza con una politica regionale impegnata a dimostrare quanto sia importante per lo sviluppo e per l’occupazione investire in cultura, sostenere la creatività giovanile, dare spazio alle diverse espressioni artistiche, con una particolare attenzione ai giovani e apertura al Mediterraneo.
Se si condividono questi principi e le conseguenti proposte, sul resto – ossia procedure e forme organizzative – non dovrebbe essere difficile raggiungere un’intesa”, conclude la Barbanente.