Cassano: ex caserma Rossani, il rudere resta rudere

BARI. "Una telenovela senza fine quella sulla ex caserma Rossani. Con la città in attesa, perenne, affinché oltre le infinite dichiarazioni di intenti, qualcosa possa muoversi per cancellare l'ennesimo rudere nel bel mezzo della città".
Lo ha detto in una nota il vicecapogruppo del Pdl Massimo Cassano.

"Un parco, un grande parco - ha aggiunto Cassano - che possa ridare un senso ad una città cresciuta male; e un parcheggio sotterraneo, un piccolo parcheggio sotterraneo, utilizzando l'area dove attualmente si trova il parcheggio dell'Amtab, e che possa essere a servizio di quanti vogliano raggiungere il Murattiano. E' quanto chiediamo all'amministrazione comunale, magari in tempi “umani”, dal momento che sono passati già più di quattro anni da quando l'ex caserma è entrata nella disponibilità del Comune, e da allora abbiamo assistito ad un interminabile fiume di annunci, dibattiti, incontri, tavoli di lavoro, nascita di comitati, promesse, fondi dati e poi ritirati. Mentre il rudere resta un rudere e anzi comincia a perdere pezzi (ultimamente sono crollate parti del muro di recinzione)".

"Adesso - spiega Cassano - il sindaco Michele Emiliano avverte di essere pronto a fare da solo: realizzare un parco, con i soldi disponibili, ritirare la vecchia delibera, niente intesa con i privati, niente riqualificazione coprogettata e cofinanziata con la Regione. “Solo” una riqualificazione autonoma del Comune, da realizzare con i 13 milioni del ministero e rinuncia ai 13 milioni previsti nella bozza di protocollo con la Regione che chiede “in cambio” oltre al parco, un polo per l’arte, con laboratori per gli artisti, Accademia e spazi destinati all’esposizione.
Riteniamo che l'assessore all'Urbanistica della Regione, Angela Barbanente, sia persona di estremo buon senso e a lei chiederemo nei prossimi giorni un incontro per far luce sulla questione. Per quanto ci riguarda la Rossani dovrà essere un parco con annesso parcheggio. Ma siamo sempre più convinti che la politica della parole debba lasciare il passo alla concretezza, quantomeno ad un minimo di concretezza. I baresi poi magari si stancano di aspettare ogni volta l'imminenza delle elezioni", conclude Cassano.

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