Cena Tibetana on tour a Ruvo di Puglia

RUVO DI PUGLIA (BA). Lama Tenzin e Lama Janchup sono due monaci buddhisti del monastero tibetano Shar Gaden di Mungdog (India), da qualche anno in Italia con un obiettivo specifico: raccogliere fondi destinati al sostentamento dei bambini esuli dal Tibet.

Sabato 11 febbraio 2012 - unica data in Puglia - presso il Ristorante Il Corbezzolo, i monaci cucineranno piatti tipici della cultura culinaria tibetana dal gusto inconfondibile che parte dal palato per riscaldare cuore e mente. Il tutto preparato in loco con prodotti freschi e di qualità.

I due monaci buddhisti provengono dal monastero tibetano Gaden, un antichissimo tempio costruito in Tibet nel 1401 e, dopo l’occupazione cinese, ricostruito negli Anni ’70 nello stato del Karnataka in India. Da più di dieci anni il tempio di Gaden invia missioni in tutto il mondo per raccogliere fondi destinati al mantenimento dei bambini monaci che ancora oggi fuggono dal Tibet e sono accolti dalla comunità monastica per intraprendere il noviziato.

Un’occasione questa da non perdere per chi vuole festeggiare, anche se in anticipo, in maniera originale San Valentino, la festa degli innamorati e dell’Amore puro, quello che non teme i limiti e i pregiudizi e che abbraccia ogni causa socio-culturale.

Gli ospiti verranno immersi in un’atmosfera che racconta di luoghi lontani e misteriosi: i colori, gli odori e i suoni saranno quelli di un mondo che non ci appartiene e che avremo modo di conoscere personalmente sabato 11 febbraio.

Al termine della cena, i monaci eseguiranno il suggestivo rito della dispersione del Mandala, come segno di buon auspicio per tutti gli Ospiti. Il Mandala è un dipinto sacro realizzato con fini sabbie colorate appoggiate su una base lignea. Il dipinto sarà creato dai monaci nel corso della serata, per poi essere “distrutto” durante la cerimonia, una delle più spettacolari della tradizione mistica tibetana.

Assistere alla lavorazione di uno di questi capolavori è un'esperienza indimenticabile: milioni di granelli di sabbia sono accuratamente collocati su una superficie piana, realizzando un disegno predefinito costituito da un’iconografia tradizionale con forme geometriche e una moltitudine di antichi simboli spirituali. Le sabbie saranno donate ai presenti come amuleto di protezione dalle negatività.

I monaci reciteranno dapprima una serie di mantra per benedire il dipinto e il luogo della celebrazione. Poi saranno recitati altri mantra atti ad invocare le divinità e “caricare” i granelli di sabbia di energia compassionevole e liberatrice. Infine i monaci distruggeranno il dipinto a simboleggiare la transitorietà della vita e il non assoggettamento alle cose materiali.

La parola sanscrita Mandala (mandàla) significa centro, cerchio. Essa si riferisce a un’immagine simbolica in cui convivono le forme geometriche e i colori fondamentali del Buddhismo. Il Cerchio, simboleggia il Cosmo, la Perfezione e la circolarità e il Mandala della pace rappresenta per i monaci tibetani uno strumento trascendentale attraverso il quale raggiungere la pace interiore.

La stessa armonia viene ricercata in cucina. Quella tibetana è simile sia a quella indiana che a quella cinese, ma con sapori più sobri e genuini. Gli ingredienti di base sono riso, pasta, carne e verdure e la maggior parte dei piatti è cotta con il metodo a vapore o leggermente saltati, quindi freschi e leggeri.

I monaci presenteranno un menù di sei portate, tra cui anche il piatto nazionale tibetano, i “momos”, dei ravioloni ripieni di carne cotti a vapore. Inoltre i partecipanti potranno assaggiare il famoso tè tibetano, che tradizionalmente è preparato con il burro di yak.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto