Ciak, si gira! Come lavorare al tempo della “grande crisi”

di Francesco Greco. Ciak, si gira! In Puglia, e dove, sennò? Location naturale, e non da oggi (ricordate “Roma bene” a Santa Maria di Leuca, con Nino Manfredi negli anni Sessanta?). Produzioni internazionali, ma anche piccole realtà espressioni del territorio, che si muovono spaziando in tutti i generi e che rappresentano anche una forma di auto occupazione al tempo del cigno nero e del default.
Insomma, piccoli produttori crescono, a sud-est, nel Salento meridionale, terra dei Messapi, di Carmelo Bene, Bodini, Tito Schipa, Emma, i Modà, i Negramaro, la Amoroso, ecc. Su questo ceppo si innesta la storia della “Salete film”, nata nel 2008 a Depressa (ma non fidatevi del nome: è un paese piccolo ma sviluppato, con una rete fitta di piccole imprese che attivano artigianato e commercio) da un’idea di Lucio Ianni. Salete è il nome antico del paese che si trova a due passi da Tricase, nel Salento meridionale.
Che tiene subito precisare: “Ho trasformato quella che è sempre stata la mia passione per gli audiovisivi in un’occupazione”. Con successo, occorre aggiungere, visto che l’agenda di lavoro del produttore-regista (erede delle “formiche” laboriose di Tommaso Fiore) è fitta di impegni per i prossimi mesi. Con una ricaduta occupazionale nel territorio, e tutto senza avere un soldo di contributo dallo Stato. Ianni dovrebbe tenere un master per spiegare alle mani bucate dello Stato-bancomat come si fa.
Spot pubblicitari per grosse aziende del Mezzogiorno, riprese di eventi culturali, politici, folkloristici in tutta la Puglia: sagre, notti bianche, rappresentazioni teatrali, cortometraggi indipendenti, ecc. Il background insomma è ricco, anche di aperture alle contaminazioni con altre culture: è infatti in lavorazione “I Dieci Comandamenti”, di Elie Chourapui. Dopo il musical “Chiara di Dio”, di Carlo Tedeschi (2010), “Nel segno della taranta“, di Francis Calsolaro (2010), Madre Teresa di Calcutta, una goccia nell’oceano” (2011), che Ianni ha firmato come produttore e regista. Un modo, a ben guardare, di aggirare la “grande crisi” e darsi un lavoro non “fisso” al tempo dei subprime e del default. Come dire: vieni a ballare, a scacciare la taranta, ma anche a girare i tuoi film in Puglia.

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