Concordia: si cercano altri 7 corpi. "Schettino non si preoccupò dei passeggeri"

ISOLA DEL GIGLIO (GR). Sono riprese le operazioni di pompaggio sui rimanenti nove serbatoi della Costa Concordia all'Isola del Giglio. Il pontone Meloria del consorzio di imprese Neri e Smit si è riposizionato nella parte di poppa della nave ed ha cominciato a "flangiare" i tre serbatoi che contengono diesel. Si tratta in totale di pompare circa 160 metri cubi di carburante che, condizioni meteo marine permettendo, potrà essere aspirato entro domenica.
Domenica scorsa, invece, è terminato il recupero di carburante nei sei di prua.

+ Riparte svuotamento ultimi serbatoi

Intanto, dopo il recupero degli 8 corpi ritrovati due giorni fa, proseguono le ricerche dei dispersi nel naufragio della Costa Concordia all’isola del Giglio.

All’appello mancano ancora sette persone. Si ispeziona anche il ponte 3. Le salme sono state trasferite per l’identificazione all’ospedale della Misericordia di Grosseto.


SCHETTINO LENTO A REAGIRE E POCO ATTENTO A INCOLUMITA' PASSEGGERI - Lento a reagire e poco attento all'incolumita' di passeggeri ed equipaggio. Sono sempre più gravi le accuse che i pm di Grosseto fanno a riguardo del comportamento di Francesco Schettino dopo l'impatto della nave Concordia con gli scogli.

Il comandante, secondo la procura che indaga sul naufragio, ha omesso o quantomeno ritardato l'allarme di emergenza generale, senza poi privilegiare la salvaguardia dell'integrita' fisica delle persone a bordo. Dopo la collisione con gli scogli, ritengono i pm, Schettino ha omesso anche di far emettere i segnali prima di 'pan pan' (urgenza in radiotelefonia, ndr) e poi di 'distress'.

Schettino non avrebbe svolto nessuna delle manovre opportune per evitare gli scogli e dopo la collisione non avrebbe fatto attivare le procedure antifalla nonostante la nave avesse iniziato a imbarcare acqua. I pm confermano la 'resa totale' di Schettino che non avrebbe provveduto a dirigere personalmente le operazioni delle squadre di bordo.

"Le affermazioni date da Schettino dopo l'incidente in cui diceva che gli scogli non erano presenti sulle sue carte si dimostrano vere. Poi dobbiamo capire come quelle carte sono state fornite".
Ad affermarlo Bruno Leporatti, difensore Schettino. Quanto "alla dotazione di bordo - aggiunge - penso che al comandante spetti un controllo, ma non quello di portare il materiale a bordo".

Secondo il legale "si apre anche un profilo di responsabilita' di Costa che si presenta come un passaggio obbligato per fare luce su questa vicenda. Schettino non ci sta a fare da capo espiatorio, riconoscera' le sue responsabilita' alla fine dell'indagine, ma non l'immagine di un mostro che ha condotto una nave su uno scoglio".

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