Concordia: svuotati carburanti. E' giallo sulle analisi tossicologiche di Schettino


di Redazione. Lo svuotamento di carburante della nave Concordia procedono senza intoppi. Le favorevoli condizioni meteorologiche e marine degli ultimi giorni hanno permesso, nel pomeriggio di ieri, di portare a termine la prima parte delle operazioni per lo svuotamento del carburante, presente all’interno della nave da crociera Costa Concordia.

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La ditta olandese Smit, incaricata di questo lavoro, ha prelevato in totale più di 1.300 metri cubi di combustibile, svuotando completamente i sei serbatoi che si trovano a prua e che da soli contenevano oltre il 60% del carburante totale.

Ora che questa prima parte delle operazioni si è conclusa, inizia quella più difficile ovvero il pompaggio di carburante dai 9 serbatoi di poppa, più piccoli ma, molto più complicati da raggiungere. Nei prossimo giorni la Smit, insieme all’italiana Neri, darà il via ad una serie di operazioni preliminari che permetteranno di arrivare e di estrarre il combustibile di poppa ma, i tempi saranno comunque lunghi, almeno 20 giorni, proprio per la difficoltà dell’estrazione.


CAPITANO SCHETTINO "DROGATO"? - Bisogna stare attenti ad esprimersi in maniera affrettata sulla vicenda dell'ex capitano della Concordi, accusato dalla procura di Grosseto di omicidio plurimo e di abbandono della nave. Si tratta, infatti, di un dubbio investigativo su cui bisogna prestare ogni beneficio, sia perché è trascorso più di un mese dalla tragedia e i risultati sembrano essere ancora in alto mare, sia in considerazione dell’importanza proprio ai fini delle indagini. Secondo il Codacons le analisi sulle urine e sul capello del comandante che escluderebbero l’uso di sostanze stupefacenti sono totalmente inattendibili.

“I risultati delle analisi sui capelli del comandante, condivisi il 16 febbraio dal consulente della procura di Grosseto, professor Marcello Chiarotti con i consulenti del Codacons - sostiene l’associazione - hanno evidenziato la presenza di cocaina sui capelli e nell’involucro che li conteneva ma totale assenza di metaboliti della cocaina nei capelli dello stesso Schettino”.

Ma sui risultati dei prelievi cala un’altra ombra inquietante: le analisi hanno accertato anche l’assenza di sostanze di abuso nelle urine, compresa l’assenza di benzodiazepine, che al contrario sarebbe dovuta essere presente nella pipì di Schettino dal momento che il comandante della Concordia aveva dichiarato di aver assunto ansiolitici.

Sembra proprio che le analisi non siano state fatte attentamente. Certo, la cosa potrebbe non sorprendere nessuno considerando che non sarebbe la prima volta che ad un cittadino (Schettino o non Schettino) la malasanità consegni un referto che non è il suo. Ma questa volta il laboratorio d’analisi non avrebbe dovuto sbagliare. Ammesso, ovviamente che lo abbia fatto.

I legali intanto difendono il loro assistito dalle dichiarazioni del Codacons. "Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione. Per noi ci sono i risultati dei test svolti e che hanno dato esito negativo sia per quelli tossicologici che per quelli alcolici".

"Non sappiamo dove hanno preso queste informazioni. Codacons dovra' giustificare queste dichiarazioni". Secondo quanto rivela il Codacons, infatti, i risultati delle analisi sui capelli "condivisi il 16 febbraio scorso dal Prof. Marcello Chiarotti" con i consulenti nominati dall'associazione dei consumatori, "hanno evidenziato la presenza di cocaina sui capelli e nell'involucro che li conteneva, ma totale assenza di metaboliti della droga nei capelli dello stesso Schettino".

Ma non basta: "Le analisi accertano anche l'assenza di sostanze di abuso nelle urine, compresa l'assenza di benzodiazepine, che al contrario sarebbe dovuta essere presente nelle urine, dal momento che il comandante della Concordia aveva dichiarato di aver assunto ansiolitici".

Per queste ragioni è stata presentata alla Procura di Grosseto la richiesta per effettuare nuovi accertamenti.

ARRIVATI AL GIGLIO SPECIALISTI MARINA E VIGILI DEL FUOCO - Intanto questa mattina sono arrivati all’Isola del Giglio gli specialisti dei Vigili del Fuoco e della Marina Militare, con il compito di costruire una impalcature tramite la quale entrare in sicurezza all’interno del ponte 4, diventato a seguito del naufragio un vero e proprio pozzo. L’impalcatura permetterà di continuare, meteo permettendo, le operazioni di ricerca dei dispersi.

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