Consorzi di bonifica: il dibattito in Consiglio

BARI. Prime schermaglie in Consiglio regionale sulla proposta di legge in materia di bonifica integrale e di riordino dei consorzi di bonifica in un clima collaborativo tra maggioranza e opposizione, sua pure con qualche distinguo. Sono stati presentati emendamenti, dei quali alcuni di carattere tecnico del governo regionale. Quanti milioni di anticipazioni sono stati corrisposti fino ad ora ai Consorzi di bonifica? E’ quanto ha chiesto Giannicola De Leonardis (UDC), che comunque ha preannunciato il voto favorevole del suo partito sul ddl che dovrà porre in particolare un punto fermo da questo punto di vista. De Leonardis ha preannunciato pochi emendamenti tecnici che ha auspicato vengano valutati con attenzione.
Più critico Davide Bellomo (I Pugliesi) che ha parlato di legge monca di un piano industriale da cui capire se i consorzi, fatti zero i debiti pregressi, siano nelle condizioni “di camminare con le proprie gambe”. Bellomo (che ha preannunciato l’astensione personale) ha parlato di troppa burocrazia prevista per quel che riguarda i controlli con un rischio paralisi e ha criticato la scelta di demandare all’ARIF la competenza per quel che riguarda la gestione dei pozzi con il passaggio del relativo personale, con un costo 10 volte maggiore rispetto a questo sostenuto dai consorzi.
Sottrarre la nomina dei revisori dei conti alla Giunta regionale introducendo il principio del sorteggio. E’ stata una delle proposte avanzate da Leonardo Di Gioia (PdL), unitamente al controllo sugli atti dei consorzi che anzichè dal Governo regionale potrebbe essere effettuato dal dirigente del settore Agricoltura o Legale della Regione. I compensi degli amministratori risultano esorbitanti, secondo Di Gioia, considerando peraltro il periodo di recessione che sta vivendo il Paese ed, inoltre, le cause di scioglimento dovrebbero essere previste nel solo caso di mancata approvazione del bilancio di previsione, mentre il controllo dell’operato dei dirigenti dovrebbe essere effettuato non dalla giunta ma da un organismo esterno terzo.
Il capogruppo SEL Michele Losappio ha evidenziato il principio di equilibrio che permea il ddl nel contemperare gli interessi settoriali con quelli generali. In questo contesto la Regione chiede il proprio ruolo di verifica e controllo per salvaguardare questo equilibrio, facendo in modo, tra l’altro, che gli aumenti delle tariffe siano rispettosi anche delle sentenze della Corte costituzionale che nel frattempo sono intervenute. “Se si chiede alla Regione di intervenire – ha detto – rispetto ai problemi idrogeologici, alle energie rinnovabili, etc, è necessario che la stessa Regione debba anche controllare. Il capogruppo SEL ha preannunciato un emendamento tecnico a firma di tutti i capigruppo.
Francesco De Biasi (LPpdt) ha richiamato l’esempio del consorzio Arneo di Brindisi dove non viene svolta alcuna attività con i pozzi abbandonati e l’irrigazione nulla e ha sottolineato in particolare l’esigenza che i contributi agli agricoltori siano chiesti solo a consuntivo. Altri due aspetti sottolineati: la composizione del consiglio di amministrazione che da 5 dovrebbe ridursi a 3 o alla sola figura di un amministratore unico; i compensi ai presidenti e vice presidenti non devono essere fissati dagli stessi interessati, ma dall’assemblea dei soci.
Due gli aspetti evidenziati da Michele Ventricelli (SEL): l’esigenza di garantire il principio della rispondenza tra contributi richiesti e beneficio erogato; la Giunta regionale, inoltre, deve applicare una potestà di sua competenza: sottrarre alla bonifica quei territori della Puglia che non ne necessitano.
Infine Ignazio Zullo (PdL) che dopo aver espresso il suo plauso per l’obiettivo perseguito dal Consiglio regionale di normare un settore particolarmente delicato e critico, ha invitato la maggioranza ad una maggiore coerenza tra il dire e gli atti concreti. “Non è più tempo di slogan per i cittadini” – ha detto -.

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