BARI. Giovedì 16 febbraio 2012 è proseguito , presso la sede barese di Confindustria, il confronto con l’azienda Natuzzi per trovare soluzioni alternative all’ annunciata necessità di collocare altri 300 dipendenti in Cassa integrazione a zero ore. Il nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali è stato motivato con le attuali difficoltà di mercato e con una riorganizzazione aziendale che riguarda gli stabilimenti del gruppo.
I rappresentanti sindacali hanno chiesto che alla luce di questo ennesimo annuncio venga fatta maggiore chiarezza da parte del gruppo sui veri programmi di riorganizzazione ricercando i risparmi in tutte le direzioni e non solo nei confronti dei lavoratori.
Queste continue richieste sono diventate un vero stillicidio per le maestranze dell’azienda, la quale dopo quasi dieci anni di richiesta di ammortizzatori sociali, non ha ancora elaborato un credibile piano industriale per il rilancio del gruppo capace di non disperdere le numerose professionalità che l’impresa ha formato negli anni.
In questo difficile momento il nuovo annuncio di aumento di CIGS aumenta l’apprensione per i lavoratori del comparto mobile imbottito e per le loro famiglie, a causa di strategie poco lungimiranti adottate dall’impresa e per una crisi che sembra non finire mai.
Per Salvatore Bevilacqua, segretario generale della Feneal di Bari, “non si può assistere passivamente a questa situazione che tra l’atro coinvolge diversi territori, e la politica e le istituzioni si devono impegnare di più nella ricerca di soluzioni organiche e progettuali, iniziando ad esempio dal prossimo 15 marzo 2012 data della convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico con la sottoscrizione e l’adozione effettiva del sofferto 'Accordo di programma'”.
L’Accordo prevede ingenti risorse economiche, anche per le aziende che riassorbono i loro stessi dipendenti già collocati in Cassa integrazione guadagni a zero ore, ma dagli annunci occorre passare responsabilmente ai fatti, prima che sia troppo tardi.
Per tutte le Istituzioni interessate è un’occasione da non perdere per dimostrare che la politica oltre ai costi per la collettività riesce ad elaborare ed attuare soluzioni utili per il territorio ed a salvaguardare i livelli occupazionali.
I rappresentanti sindacali hanno chiesto che alla luce di questo ennesimo annuncio venga fatta maggiore chiarezza da parte del gruppo sui veri programmi di riorganizzazione ricercando i risparmi in tutte le direzioni e non solo nei confronti dei lavoratori.
Queste continue richieste sono diventate un vero stillicidio per le maestranze dell’azienda, la quale dopo quasi dieci anni di richiesta di ammortizzatori sociali, non ha ancora elaborato un credibile piano industriale per il rilancio del gruppo capace di non disperdere le numerose professionalità che l’impresa ha formato negli anni.
In questo difficile momento il nuovo annuncio di aumento di CIGS aumenta l’apprensione per i lavoratori del comparto mobile imbottito e per le loro famiglie, a causa di strategie poco lungimiranti adottate dall’impresa e per una crisi che sembra non finire mai.
Per Salvatore Bevilacqua, segretario generale della Feneal di Bari, “non si può assistere passivamente a questa situazione che tra l’atro coinvolge diversi territori, e la politica e le istituzioni si devono impegnare di più nella ricerca di soluzioni organiche e progettuali, iniziando ad esempio dal prossimo 15 marzo 2012 data della convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico con la sottoscrizione e l’adozione effettiva del sofferto 'Accordo di programma'”.
L’Accordo prevede ingenti risorse economiche, anche per le aziende che riassorbono i loro stessi dipendenti già collocati in Cassa integrazione guadagni a zero ore, ma dagli annunci occorre passare responsabilmente ai fatti, prima che sia troppo tardi.
Per tutte le Istituzioni interessate è un’occasione da non perdere per dimostrare che la politica oltre ai costi per la collettività riesce ad elaborare ed attuare soluzioni utili per il territorio ed a salvaguardare i livelli occupazionali.
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Economia