BARI. «Non siano i medici ex stabilizzati a pagare il costo del cambio al vertice dell'assessorato alla Salute: Attolini dica se e quando intende portare in giunta la delibera che aveva predisposto Fiore per ri-assumere i dirigenti "destabilizzati"». Lo chiede il coordinatore regionale della Puglia prima di tutto, Salvatore Greco.
«Abbiamo appreso dalle prime dichiarazioni del neoassessore – spiega Greco – che si sarebbe seguita la strada tracciata dall'ordine del giorno approvato in Consiglio regionale il 28 dicembre scorso, ovvero restituendo ai medici stabilizzati e poi licenziati il proprio posto di lavoro a tempo indeterminato: a distanza di due settimane, tuttavia, non se ne è saputo più nulla».
In particolare, il consigliere regionale ha chiesto a Attolini in una interrogazione quale sia l'indirizzo che la giunta intende dare per la soluzione della vicenda relativa ai medici assunti con contratti co.co.co., poi ammessi alla stabilizzazione, in molti casi non perfezionata. «Con una delibera del 2004 – scrive Greco – la giunta ha approvato i Progetti di piano, per i quali sono state sottoscritte decine di contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Nella pratica si è trattato di collaborazioni-truffa, visto che questi dirigenti avevano un preciso orario di servizio durante le quali esser svolte; hanno assunto su di sé responsabilità decisionali e discrezionali per conto della amministrazione delle rispettive Asl; hanno lavorato con non celato vincolo di subordinazione: ovvero tutto l'opposto di quanto previsto dai contratti co.co.co.».
«In molti, se non tutti i casi – prosegue Greco – si è assistito al rinnovo di incarichi per una durata che ha superato di gran lunga i tre anni, e senza soluzioni di continuità, tanto che i medici sono stati ammessi alle procedure di stabilizzazione, procedure che a Taranto sono state addirittura concluse con l'approvazione della graduatoria finale dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la legge 4 del 2010».
«È evidente – conclude Greco – che anche in questi casi, come in quelli dei medici che hanno firmato il contratto di stabilizzazione e sono stati poi licenziati, la giunta deve farsi carico della responsabilità politica e umana di sanare le posizioni di chi è stato illuso dalla pluriennale reiterazione di contratti di lavoro a termine e da infauste successive procedure di stabilizzazione».
«Abbiamo appreso dalle prime dichiarazioni del neoassessore – spiega Greco – che si sarebbe seguita la strada tracciata dall'ordine del giorno approvato in Consiglio regionale il 28 dicembre scorso, ovvero restituendo ai medici stabilizzati e poi licenziati il proprio posto di lavoro a tempo indeterminato: a distanza di due settimane, tuttavia, non se ne è saputo più nulla».
In particolare, il consigliere regionale ha chiesto a Attolini in una interrogazione quale sia l'indirizzo che la giunta intende dare per la soluzione della vicenda relativa ai medici assunti con contratti co.co.co., poi ammessi alla stabilizzazione, in molti casi non perfezionata. «Con una delibera del 2004 – scrive Greco – la giunta ha approvato i Progetti di piano, per i quali sono state sottoscritte decine di contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Nella pratica si è trattato di collaborazioni-truffa, visto che questi dirigenti avevano un preciso orario di servizio durante le quali esser svolte; hanno assunto su di sé responsabilità decisionali e discrezionali per conto della amministrazione delle rispettive Asl; hanno lavorato con non celato vincolo di subordinazione: ovvero tutto l'opposto di quanto previsto dai contratti co.co.co.».
«In molti, se non tutti i casi – prosegue Greco – si è assistito al rinnovo di incarichi per una durata che ha superato di gran lunga i tre anni, e senza soluzioni di continuità, tanto che i medici sono stati ammessi alle procedure di stabilizzazione, procedure che a Taranto sono state addirittura concluse con l'approvazione della graduatoria finale dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la legge 4 del 2010».
«È evidente – conclude Greco – che anche in questi casi, come in quelli dei medici che hanno firmato il contratto di stabilizzazione e sono stati poi licenziati, la giunta deve farsi carico della responsabilità politica e umana di sanare le posizioni di chi è stato illuso dalla pluriennale reiterazione di contratti di lavoro a termine e da infauste successive procedure di stabilizzazione».
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