“E’ giunta l’ora di dire basta alla nefasta gestione TCT a Taranto”

BARI. “Di fronte all’ennesimo atteggiamento negativo e ostruzionistico, crediamo sia giunta l’ora di chiudere ogni rapporto con la Tct, di tagliare i ponti con un’azienda che continua a dimostrare un interesse nullo nei confronti dello scalo portuale di Taranto, in barba a un accordo cinquantennale per la gestione del molo polisettoriale. La nomina di Prete a commissario garante dei 400 milioni stanziati per il miglioramento delle infrastrutture è un’ottima notizia, ma potrebbe non produrre gli effetti sperati qualora si perseverasse con interlocutori dannosi per ogni progetto di rilancio del porto”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, non lesina critiche nei confronti della Tct, rea di non aver trovato un accordo per evitare il licenziamento di 160 lavoratori portuali tarantini.
“Il 29 è previsto un ulteriore incontro per cercare una soluzione al futuro dei 160 lavoratori minacciati di licenziamento. Tuttavia, pur in caso di esito positivo, non ci faremmo false illusioni. Del resto, non è una novità – esclama Pugliese – come dimostra la nefasta esperienza della Tct a Taranto negli ultimi anni. Non è stato facilitato, come definito dal contratto di concessione, l’accesso ad altre aziende interessate a svolgere attività a Taranto, ottenendo la fuga verso altri lidi di compagnie navali. Del turnover neanche l’ombra, anzi si è proceduto a licenziare senza troppi scrupoli. Per tacere degli investimenti promessi in più frangenti e mai realizzati, a cominciare dalla messa in sicurezza delle banchine, senza la quale non si può procedere al dragaggio dei fondali. La misura è colma – insiste Pugliese – continuare in questa direzione sarebbe autolesionistico”.
La soluzione, secondo il Segretario Generale della UIL regionale, è nella gestione pubblica. “Casi come quello di Bari – spiega – sono l’esempio lampante di come la gestione pubblica del porto sia la scelta vincente. A Taranto i privati la fanno da padroni, e intanto lo scalo perde terreno prezioso nei confronti di tanti concorrenti europei e nordafricani. Nel capoluogo regionale, invece, la gestione pubblica ha permesso di macinare record in termini di passeggeri e merci movimentate”.

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