BARI. L'ex premier italiano Silvio Berlusconi avrebbe indotto, tramite l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola ora latitante, l'imprenditore Gianpaolo Tarantini a mentire ai magistrati baresi che indagavano sulle escort portate nelle residenze dell'ex presidente del consiglio. Non solo: Berlusconi avrebbe tentato di comprare il silenzio di Tarantini ed evitare che le intercettazioni telefoniche venissero rese pubbliche consegnando all'imprenditore pugliese circa 500mila euro. A consegnare la somma non sarebbe stato Berlusconi ma Lavitola. E' questa la ricostruzione che fanno i giudici del Tribunale del Riesame di Bari all'interno delle 43 pagine di motivazioni dell'ordinanza, emessa il 21 novembre scorso, con la quale venne rigettata la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dalla difesa di Valter Lavitola. Quest'ultimo, quindi, sarebbe solo il concorrente dell'autore materiale del reato, che nella ricostruzione del Riesame di Bari sarebbe Berlusconi.
Il reato contestato all'ex direttore dell'Avanti, e' l'induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorita' giudiziaria nell'ambito dell'inchiesta escort. In sostanza i giudici del Riesame di Bari hanno condiviso la linea dei loro colleghi di Napoli. Nelle 43 pagine, i giudici rimproverano anche la Procura di Bari per aver avuto ''un atteggiamento ondivago'' durante l'intera vicenda.
Il reato contestato all'ex direttore dell'Avanti, e' l'induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorita' giudiziaria nell'ambito dell'inchiesta escort. In sostanza i giudici del Riesame di Bari hanno condiviso la linea dei loro colleghi di Napoli. Nelle 43 pagine, i giudici rimproverano anche la Procura di Bari per aver avuto ''un atteggiamento ondivago'' durante l'intera vicenda.