Lavoro: sindacati in fibrillazione dopo gli ultimatum della Fornero

di Redazione. Era ormai in programma da qualche giorno la cena di ieri sera tra il Professore e i leader di Pdl, Pd e Udc che sostengono il governo ma mancato il via libera (264 si', 211 no e 1 astenuto) della Camera alla norma che introduce la responsabilita' civile dei magistrati contro il parere del governo ha reso l'incontro una verifica di maggioranza.
L'emendamento era stato presentato dal leghista Pini. Il voto ha ricreato una convergenza tra Pdl e Lega, che potrebbe essere ancora destabilizzante in futuro per il Governo Monti. Da qui la richiesta di Monti a Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini di un convinto sostegno che eviti episodi come quello accaduti ieri.
Al Senato si tentera' intanto di correggere quanto votato dalla Camera.
Ma non tutti riescono a digerire l'atteggiamento decisionista e perentorio del Governo, specialmente su capitoli 'caldi' come la riforma del lavoro e l'art.18.
Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha lanciato la sfida alle parti sociali dopo il secondo round della trattativa con le parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro: ''C'e' un dialogo in corso. Il governo fara' di tutto per prendere il treno. Se lo facciamo insieme siamo contenti, altrimenti il governo cerchera' comunque di farlo''. Questa frase ha scatenato subito una ridda di polemiche, in quanto l'esecutivo si è mostrato intenzionato a far approvare comunque la riforma sia che si trovi un accordo con le parti sociali, sia in caso contrario.
Ha proseguito il ministro rivolgendosi a sindacati e Confindustria: ''La riforma del mercato del lavoro il governo la fara' con o senza accordo. L'Unione europea, i mercati, noi e voi sappiamo che questa e' un'occasione per fare una cosa buona. E se non la cogliamo, perdiamo''. L'avvertimento lanciato dalla responsabile del Welfare non piace alla triade, specialmente dopo le frasi di cui molto si è discusso del premier Mario Monti nel corso della trasmissione ''Matrix'' di Canale 5: ''I giovani si abituino a non avere piu' il posto fisso. Che monotonia. E' bello cambiare e accettare le sfide''.
''Questa polemica - ha replicato la Camusso - sul fatto che non e' piu' il tempo del posto fisso e' un po' stantia, non e' tanto moderna e nasconde l'idea che bisogna togliere tutele ai lavoratori. Una frase del genere e' sgradevole perche' quando un paese ha una disoccupazione giovanile in media al 30%, nel Mezzogiorno addirittura al 50%, qualunque giovane ascoltando quella affermazione si e' sentito preso in giro''. La leader della Cgil critica l'atteggiamento, a suo dire eccessivamente reverenziale, nei confronti del governo Monti che domina il dibattito politico e impedisce di valutare nel merito le scelte dell'esecutivo: ''In questo momento nel paese il pensiero e' che siamo sull'orlo del baratro e che questo governo ci salvera'. Ma non sono cosi' convinta che la ricetta europea di rigore finanziario ci portera' fuori dalla crisi. Per noi vuol dire recessione, anzi siamo gia' in recessione. Il problema che abbiamo non e' quello dei licenziamenti, ma quello di come si crea lavoro in questo''.

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