I solidali nel Tempo: le ricchezze di una banca senza soldi

di Roberta Calò. Il bello dei sogni è che sono più leggeri della realtà; forse per questo volano più in alto e raggiungono orizzonti più lontani. Questo è di sicuro quello a cui si sono ispirati gli ideatori della “Banca del Tempo”. L’idea affonda le sue origini partendo dalla primordiale forma di scambio atavicamente riconosciuta nella storia dell’uomo: il baratto. Il do ut des insito alla natura umana ora si veste di solidarietà e si pone come risposta alle esigenze d’ogni singolo componente della società. Come lo stesso progetto si auto presenta, la Banca del Tempo è “un sistema basato sul tempo in cui le persone scambiano attività, servizi e saperi aiutandosi nelle attività quotidiane, intersecando relazioni e recuperando rapporti di buon vicinato”. Il microcosmo del singolo e il macrocosmo della società che lo circonda si investono vicendevolmente attraverso una forza tanto centrifuga quanto centripeta che punta ad un mutuo scambio di “qualcosa di utile”. Partendo dalla richiesta di una risposta alle proprie esigenze, in realtà lo stesso individuo riscopre cosa di se stesso può offrire agli altri basandosi sul fondamentale principio della reciprocità visto in un ampio respiro di solidale collaborazione. Ogni ora acquista un valore umano a dimensione di tutti perché ogni persona, indipendentemente dal sesso, dall’età e dalla nazionalità mette in circolazione qualcosa che a livello idealistico ma soprattutto pragmatico, vale e frutta più del denaro suggerendo velocemente e prontamente soluzioni concrete a qualsiasi problematica e necessità: il tempo.
In Italia e soprattutto nel meridione in progetto sta molto lentamente cercando di decollare prendendo anche spunto da modelli internazionali già esistenti che aprono il panorama ad una compartecipazione evoluzionistica senza frontiere cittadine, regionali o nazionali. Una delle più vivaci “filiali” su territorio barese è di sicuro “I solidali nel tempo” promossa dal CRAP (associazione costituita dai dipendenti provinciali a scopo ricreativo), dall’APAP (associazione nata dagli ex dipendenti provinciali riunitisi a scopo ricreativo) e dall’UNIPOP (università popolare della terza e libera età). Non mancano ovviamente altre realtà ugualmente meritevoli di attenzione: TeleTrovo, Gruppo Utile, Alice nel Paese che si muove, eLP… Ciascuno nel suo piccolo cerca di realizzare grandi cose. Nello status quo attuale purtroppo la sopravvivenza e lo sviluppo di simili realtà sono talvolta frenati da problematiche di diversa natura come lo stesso presidente Giovanni Annoscia spiega:

- Quali sono gli aspetti pregnanti su cui puntare per auspicare ad un ulteriore ampliamento della Banca del Tempo?
Sono molteplici e difficilmente prevedibili. Periodo dell’anno ad esempio: d’inverno è importante prevedere incontri di gruppo (ad esempio scambio di saperi – gioco di carte – incontri culturali tra soci – ecc.), ma importantissimo se non esclusivo avere nel gruppo promotore soggetti fortemente orientati alla coesione, al reciproco sviluppo si competenze sociali (non farsi carico ma aiutare gli altri in qualunque attività). In primavera: scambiare ore in favore del “rinnovamento primaverile” compagnia per passeggiate, visite a mostre, tinteggiatura delle pareti, piccole riparazioni casalinghe, piccole riparazioni ad apparecchiature domestiche.

- Quali sono le falle più gravi in quella che dovrebbe essere una cooperazione tra questa associazione e le istituzioni?
Il tasto dolente è sempre quello della disattenzione delle istituzioni, sia pur sensibili, alle attività tipiche delle associazioni BdT. L’autonomia della BdT, sia pur forte, è richiesta nella sua concezione e pur sempre legata nella fase di avvio. Dalla costituzione all’avere a disposizione dei locali per farla decollare, le minime tecnologie fondamentali, tipo FAX, telefono, fotocopiatrice ed utilizzo di un computer collegato ad internet. Le leggi nazionali e regionali prevedono tutto ciò … la frase (Legge nazionale 53/00 e Regione Puglia 7/07) citano testualmente … “le amministrazioni possono mettere a disposizione … ecc. ecc.” ma nella pratica … non avviene quasi mai. Infatti in Puglia sono rari, ma per fortuna esistono, Associazioni di promozione sociale BdT che hanno concordato con l’Amministrazione comunale di cosa farsi carico, ognuno per le proprie competenze, Ovvero sostegno dal pubblico (locali, tecnologie, ecc. ecc.) e la BdT che non deve sostituire debolezze dei servizi pubblici (assistenza agli anziani, ai minori ecc. ecc.)

- Quali potrebbero essere a Suo giudizio gli aspetti da portare alla luce per sperare in una maggiore e più attiva cooperazione da parte della cittadinanza?
Diffondere le buone pratiche quelle che sino a un decennio fa anno fa si chiamavano “relazioni di buon vicinato” oggi sono divenute una rarità. Siamo chiusi nelle nostre case, difendiamo sempre più la nostra privacy ed abbiamo timore di far entrare in casa nostra il vicino di casa … non si sa mai …. Molta diffidenza tra i nostri simili, molte le ritrosie, molti i dubbi. Tutto questo sia al Nord che al Sud.
La nostra battaglia infatti è stata ed è ancora oggi, quella di far cadere tutte le barriere, culturali, personali e possibilmente materiali verso chi è “diverso” o lo riteniamo tale (provenienza geografica, culturale, fisica, ecc.)
Siamo in una “situazione” difficile, il debito pubblico ci opprime non sappiamo come sbarcare il lunario, come si suol dire, siamo occupati nella battaglia della sopravvivenza, è nostro dovere invece mettercela tutta per riguadagnare la fiducia e stima reciproca a prescindere dalle appartenenze culturali, religiose, ecc. In pochissime parole impegnarci tutti anche attraverso le BdT nel realizzare non solo socialità, ma solidarietà e soprattutto sussidiarietà.

- Quale esempio pratico evidenzierebbe circa la validità di un progetto simile?
È importantissimo il contesto nel quale nasce e si sviluppa la BdT. Le più significative ed operanti sono quelle nate e sviluppate nei piccoli centri (paesi di piccole e medie dimensioni ad esempio), la presenza di un Presidente dell’Associazione che sia conosciuto e stimato dai cittadini e che abbia dei buoni rapporti e/o credibilità nei confronti del Pubblico e sia conosciuto e stimato dagli abitanti. Un esempio concreto è quello del gruppo di acquisto nato spontaneamente e ora in fase di realizzazione di Triggiano. Il contadino mette a disposizione il suo prodotto a costo reale di produzione e l’Associazione raccoglie e consegna a chi ne ha fatto richiesta la merce senza ricarico. Il ricevente non paga un centesimo in più ma a sua volta si impegna a recuperare ciò che hanno richiesto altri soggetti e qui scatta la banca del tempo, in andata abbiamo merci in ritorno a volte abbiamo “ore”.

- Quali sono le difficoltà economiche e burocratiche a cui bisogna quotidianamente far fronte?
Non esistono difficoltà burocratiche. L’indipendenza dal pubblico le rende libere di effettuare qualunque scambio, purché regolamentato dal “tempo” come unità di misura. Quelle economiche sono tutte quelle tipiche delle associazioni … ovvero una “quotidiana battaglia” al “fund raising”. Ciò implica un notevole impegno di creatività, capacità e competenze relazionali, e soprattutto un gruppo promotore forte, credibile ed onesto.

- Quale messaggio lancerebbe ai cittadini e alle istituzioni affinché tutte le Banche del Tempo da semplici tentativi si trasformino in una grande realtà con riflessi territoriali sempre più vasti?
Ai cittadini suggerisco di provare a far parte di una BdT per riscoprire … di non essere soli. Quando crediamo di avere tanti amici e/o conoscenti in grado di aiutarci commettiamo un errore. Nel momento del bisogno raramente ne troviamo di disponibili più o meno nell’immediato. La cantina che si allaga per un temporale, un passaggio in città, la spesa giornaliera o le medicine se abbiamo l’influenza e viviamo soli, una gita fuori porta la domenica mattina con il bel tempo sono attività che ci fanno star bene “dentro” perché sappiamo di poter contare su un amico/a che a prescindere dalle condizioni economiche, culturali e di razza e con me e mi fa sentire … meno solo!!!

Negli ultimi due anni si sono fortificate alcune BdT cittadine e ne sono nate moltissime in pochi mesi (8 da Ottobre 2011 ad oggi) sia nella provincia di Bari che nella BT. La formula adottata dal Coordinamento non è stata quella tipica, ovvero burocratica, se hai bisogno di consigli e suggerimenti chiamami, al contrario vi sollecito a raccontarmi le difficoltà e insieme troviamo le soluzioni. Il Coordinamento ha operato come buon consigliere, ovvero la logica del buon padre di famiglia che mette tutti d’accordo, che si rimbocca le maniche e ti aiuta. Non sempre ci si riesce a risolvere tutto ma nel 70% dei casi si trova la soluzione meno indolore.

Una nota dolente invece è quella di sviluppare nelle Istituzioni, a tutti i livelli, la capacità di rispondere velocemente ai bisogni e alle necessità come quella di mettere a disposizione spazi e tecnologie per operare. Pur in presenza di leggi nazionali e regionali si disattendono le richieste.

In altre regioni italiane questo gap non esiste più anzi la BdT è divenuto uno strumento per alleggerire il pubblico dalle piccole, dico piccole, incombenze giornaliere che non avrebbero mai potuto essere soddisfatte per loro natura. Ad esempio portare alla discarica un televisore, o riparare un tubo dell’acqua che “ha deciso” di rompersi… senza preavviso e non si è riusciti a recuperare un idraulico… sempre impegnato. Un esempio per tutti… un televisore da rottamare deve essere portato alla discarica ma da un settimo piano al punto di raccolta per un anziano che viva al settimo piano come lo potra trasportare? Bene alcuni soci delle BdT… sono richiestissimi!!!

Un consiglio dunque quello del presidente Annoscia da cogliere al volo per non capire davvero cosa possiamo e cosa possiamo ricevere solidalmente in un momento storico di crisi economica, sociale e morale in cui, come diceva Henry David Thoreau, abbiamo una sola sola certezza: "La bontà è l'unico investimento che non fallisce mai".

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