di Dario Durante. «Migliorare la convivenza possibile tra presenza industriale pesante e buon ambiente»: è la strada indicata dalle organizzazioni sindacali tarantine che, in occasione della diffusione dei risultati della maxi perizia dell'Ilva, confermano le proprie rivendicazioni in ordine alla difesa dell’ambiente, della qualità della salute e della sicurezza di lavoratori e cittadini di Taranto.
Cgil, Cisl e Uil, infatti, sottolineano positivamente i risultati dei processi di compatibilizzazione degli apparati industriali del territorio ottenuti anche grazie «alla politica di concertazione posta in essere con il contributo attivo di tutti i principali soggetti di rappresentanza istituzionale, sociale, professionale, associativa, ambientale, dalla legge anti-diossina, all’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’Ilva, dal contenimento dei livelli di benzo(a)pirene e di PM10 al ruolo dinamico dell’Arpa Puglia e dalla nuova coscienza ambientale».
L’avvio e il consolidamento di tale processo di eco compatibilità determinerà – assicurano i segretari generali ionici – un maggiore impegno «nel pretendere la compiuta attuazione delle prescrizioni contenute nell’AIA e nel rivendicare con altrettanta decisione l’intervento finanziario del Governo in ordine alle bonifiche dei siti inquinati, in coerenza con i contenuti del documento unitario sottoscritto di recente ed indirizzato al Ministero dello Sviluppo, congiuntamente dal Presidente della Provincia e dal Sindaco di Taranto».
Al contempo i tre sindacati «respingono i tentativi populisti e contrari agli interessi di Taranto, di chi teorizza un certo risanamento ambientale determinato dallo smantellamento dei siti industriali e dalla conseguente perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro, in tal modo compromettendo definitivamente il futuro economico, sociale e produttivo dell'area ionica».
«Taranto ha le potenzialità per poter pensare di progettare il proprio futuro perseguendo, congiuntamente, la sostenibilità ambientale e la diversificazione produttiva così come dimostra la vertenza-Porto che ha conseguito il risultato del prossimo avvio di copiosi investimenti».
Cgil, Cisl e Uil, infatti, sottolineano positivamente i risultati dei processi di compatibilizzazione degli apparati industriali del territorio ottenuti anche grazie «alla politica di concertazione posta in essere con il contributo attivo di tutti i principali soggetti di rappresentanza istituzionale, sociale, professionale, associativa, ambientale, dalla legge anti-diossina, all’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’Ilva, dal contenimento dei livelli di benzo(a)pirene e di PM10 al ruolo dinamico dell’Arpa Puglia e dalla nuova coscienza ambientale».
L’avvio e il consolidamento di tale processo di eco compatibilità determinerà – assicurano i segretari generali ionici – un maggiore impegno «nel pretendere la compiuta attuazione delle prescrizioni contenute nell’AIA e nel rivendicare con altrettanta decisione l’intervento finanziario del Governo in ordine alle bonifiche dei siti inquinati, in coerenza con i contenuti del documento unitario sottoscritto di recente ed indirizzato al Ministero dello Sviluppo, congiuntamente dal Presidente della Provincia e dal Sindaco di Taranto».
Al contempo i tre sindacati «respingono i tentativi populisti e contrari agli interessi di Taranto, di chi teorizza un certo risanamento ambientale determinato dallo smantellamento dei siti industriali e dalla conseguente perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro, in tal modo compromettendo definitivamente il futuro economico, sociale e produttivo dell'area ionica».
«Taranto ha le potenzialità per poter pensare di progettare il proprio futuro perseguendo, congiuntamente, la sostenibilità ambientale e la diversificazione produttiva così come dimostra la vertenza-Porto che ha conseguito il risultato del prossimo avvio di copiosi investimenti».