"Sono la scrittrice dei sentimenti quotidiani": intervista a Vittoria Coppola, vincitrice di Billy

di Francesco Greco. “Faber est suae quispe fortunae” (Ognuno è artefice della propria sorte). Appio Claudio Cieco ha ragione: la scrittrice pugliese Vittoria Coppola è artefice della sua fortuna letteraria. Ha combattuto da sola, a mani nude contro i Titani dell’editoria nazionali e i loro potenti Gruppi, supportata da un piccolo, coraggioso editore di provincia, Cosimo Lupo da Copertino (la città di San Giuseppe, il Santo dei voli: poteva esserci metafora più solare?). E da tanta gente in Salento, in Puglia e in tutta Italia, che hanno amato il suo romanzo “Gli occhi di mia figlia”, romanzo, par di capire, in chiave minimalista sui conflitti generazionali. Che vincendo il concorso indetto dal settimanale culturale del Tg1, “Billy” (curato da Caterina Doglio e Bruno Luverà) è stato eletto “libro dell’anno” ed è subito diventato il “caso letterario” del 2012. Tanto che l’editore leccese ha programmato una seconda ristampa di ben 10mila copie in coedizione con Edizioni Anordest (di Treviso), con una distribuzione spalmata su tutto il territorio nazionale (grazie a “Messaggerie”).

Storie barocche di ordinaria follia (letteraria), possibili solo a sud-est, patria di Carmelo Bene e Tito Schipa. Con circa 600mila voti Vittoria Coppola ha battuto editori grandi come multinazionali (da Mondadori a Rizzoli e Bompiani), scrittrici come Dacia Maraini, “nomi” del gotha letterario che siamo abituati a vedere nelle classifiche dei più venduti, best-seller firmati da Gianrico Carofiglio e Giampaolo Panza. Con “Sposati e sii sottomessa”, la giornalista Costanza Miriano edita da Vallecchi è giunta alla sesta edizione, ma non è andata più in là del quarto posto: “Non riusciamo a spiegarci la performance di questa ragazza pugliese – osserva Sebastiana Gangemi, ufficio stampa della casa editrice di Firenze – il nostro libro comunque continua a vendere bene: la sua cifra un sacco ironica piace ai lettori…”. Lo stupore della Vallecchi si clona in tutte le case editrici italiane. I rumors giurano che tutti gli editori del Grande Salento si siano fatti “rete” per sostenere Vittoria: il copyright di quanto accaduto però lo detiene solo Cosimo Lupo, che comunque ha creduto in questo libro e realizzato una bella mandrakata.

Potrebbe essere il prologo di una grande carriera nel curioso mondo della patrie lettere italiano, dove pubblicare è difficile e se ci riesci tendono a non darti visibilità: se la prende tutta Bruno Vespa con le sue “fatiche” nazionalpopolari: gli scrittori italiani dovrebbero invocare un minimo di par condicio. Grazie alla Rete, strumento di vera democrazia, le cose però stanno cambiando grazie a Steve Jobs. Vittoria Coppola si è laureata in Lingue e Letterature Straniere, comunicazione linguistica e interculturale all’Università del Salento. Lavora nel settore turistico. Riccioli neri e occhi di cielo, è una ragazza modesta ma determinata che da sempre ha la passione della scrittura. Quanto è accaduto in questo inizio d’anno può essere l’inizio di una carriera da scrittrice? “Speriamo… - sospira all’altro capo del telefono – intanto sto lavorando al nuovo romanzo in cui metto i miei sentimenti: cercherò di dare un’emozione a chi mi leggerà”.

Domanda: Di cosa parla “Gli occhi di mia figlia”?
Risposta: “Di sentimenti, legami famigliari complessi, di disillusione e coraggio. I protagonisti sono legati fra loro da un filo di non detti. Si spera che le loro fragilità lascino spazio, prima o poi, alla forza. Non si sa però se ciò accadrà…”.
D. La prima a sorprendersi del successo a Billy sei tu?
R. “E’ stata un’emozione grandissima dovuta soprattutto al sostegno della gente del Salento, la Puglia, l’Italia. Non avrei mai immaginato di vincere un concorso-sondaggio nazionale, visti anche gli autori in gara che stimo tantissimo. Sono molto orgogliosa di questo risultato”.
D. E adesso?
R. “Adesso cercherò di camminare con calma su questa nuova strada: lo studio e la determinazione saranno fondamentali. Ciò che di bello verrà, se verrà, lo accoglierò con gioia e umiltà. Ma la strada sarà lunga...”.
D. Vuoi ringraziare qualcuno?
R. “Il mio infinito grazie va all’editore che ha subito creduto nel mio lavoro e poi alle Edizioni Anordest. Ma anche ai tantissimi che scegliendo il mio romanzo gli hanno donato il loro tempo. Spero si tratti di uno scambio emozionante e sincero”.

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