"La Concordia si è spostata di 60 cm". E ora si teme l'inabissamento

ISOLA DEL GIGLIO (GR). Si è spostato di 60 centimetri verso il mare aperto da quel tragico venerdì 13 gennaio il relitto della Costa Concordia. E' ciò che emerge dalla lettura dei dati forniti dagli strumenti che monitorano lo scafo arenato sugli scogli dell'Isola del Giglio.

Il dato inizia a preoccupare, perché la nave si sta spostando verso il gradino successivo, che la farebbe inabissare completamente, a 70 metri di profondità.

Il vento forte e il mare mosso, infatti, non aiutano a mantenere lo scafo ancorato ai fondali. E preoccupano gli esperti anche i tempi di rimozione del relitto: se la Costa Concordia restasse lì per i prossimi 7-10 mesi, o anche più a lungo, e si muovesse ai ritmi riscontrati finora, il rischio di inabissamento potrebbe essere molto concreto.

Intanto, il mare mosso e le onde alte più di un metro continuano a ritardare le operazioni preparatorie allo svuotamento del carburante dai serbatoi della nave.

A questo punto, è davvero difficile che le operazioni riprendano prima di domenica o lunedì prossimi. Intanto al Giglio si è recato il commissario delegato all'emergenza, Franco Gabrielli, che ha discusso con i residenti del delicato tema della rimozione del relitto.

I residenti ed il sindaco del Giglio chiedono in tutti i modi invece che la rimozione avvenga in breve tempo, almeno prima dell'inizio della stagione turistica estiva, che altrimenti verrebbe penalizzata, con ricadute drammatiche per l'economia locale, quasi interamente dipendente dal turismo.

"Siamo molto preoccupati per i rinvii" sull'inizio delle operazioni di svuotamento dei serbatoi della Concordia, ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini in un'audizione al Senato. Anche perché "per legge fisica il rischio di collassamento è abbastanza concreto". Il ministro ha detto che le attuali procedure sono state giustificate alla luce delle condizioni di mare attuali, ma "ho chiesto rassicurazioni su procedure alternative in caso di condizioni climatiche diverse" anche perché "non abbiamo garanzie che lo scafo non possa essere compromesso".


E "non siamo in grado di definire i tempi in cui le operazioni di svuotamento partiranno - ha poi precisato - e mi auguro possano svolgersi in condizioni di temperature come quelle attuali per operare in condizioni di sicurezza". Il ministro ha specificato che se la temperatura aumentasse, "sarebbe più elevato il rischio di dispersione" del carburante nell'ambiente. Il danno ambientale, comunque, in riferimento ai liquidi diversi e ai residui solidi rilasciati dal relitto "è presente". Il carburante nei serbatoi ammonta a 2300 tonnellate. In merito all'avvio delle operazioni di rimozione della nave, "l'idea di un intervento dello Stato in sostituzione della responsabilita' dell'impresa non è praticabile. E' praticabile imporle di prendere posizioni precise sulle diverse opzioni. Ma se non ci dà i progetti su cui intervenire...".

"La via che prevede l'intervento dello Stato con successivo rimborso da parte dell'impresa è una strada impraticabile alla luce della situazione economica attuale", ha aggiunto Clini. "Credo si aprira' un negoziato con la compagnia -aveva detto in precedenza Clini- e non lasceremo solo il commissario delegato Franco Gabrielli". Per il ministro, "è ovvio che l'impresa sta cercando di ridurre i costi e ridurre i costi significa tempi più lunghi".

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