di Redazione. Riforma del lavoro, fase due: per domattina è previsto un nuovo incontro tra Governo e parti sociali. L'appuntamento sara' preceduto da un incontro tra sindacati e Confindustria che ha come obiettivo quello di fornire un contributo tecnico al negoziato. In un documento comune si dovrebbero precisare le convergenze registratesi sulla riforma dei contratti e degli ammortizzatori sociali.
Il governo preme per raggiungere al piu' presto un accordo in modo da dare il via a una legge delega di riforma del mercato del lavoro che permetta una ulteriore discussione parlamentare, evitando così un decreto legge che lascia pochi margini di confronto, sia un disegno di legge che ha tempi piu' lunghi di approvazione.
Negli ultimi giorni Elsa Fornero, ministro del Welfare, e il premier Mario Monti non sono tornati a premere l'acceleratore sull'idea che l'esecutivo possa avviare una riforma senza il consenso di tutte le parti sociali. L'obiettivo sembra essere tornato quello di un'intesa che deve avere il consenso pure della Cgil, il sindacato piu' recalcitrante a cambiare o abolire l'articolo 18.
Secondo alcune indiscrezioni, si sarebbe molto vicini all'intesa anche sull'articolo 18: ne verrebbero sospesi per tre o quattro anni gli effetti sui neoassunti in modo che la nuova clausola possa contribuire a combattere il precariato.
A spingere verso un accordo condiviso fra tutte parti sociali e il governo e' stato ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Napolitano ha precisato nel corso della conferenza stampa, al termine della visita di Christian Wulff, presidente della Germania, al Quirinale: ''E' fondamentale concepire anche la riforma del mercato del lavoro in funzione di un accrescimento della produttivita' che, purtroppo, in Italia e' stata stagnante da molti anni. La coesione sociale, fattore fondamentale per la ripresa economica dell'Italia, non equivale all'immobilismo ma alla massima intesa per il cambiamento e le riforme''.
Dal capo dello Stato e' arrivato un sostegno convinto all'azione del governo Monti: ''Mi auguro che al decreto sulle semplificazioni il Parlamento garantisca una veloce conversione in legge''. Ma e' sulla riforma del lavoro che Napolitano si e' soffermato maggiormente: ''Vorrei che non si dicesse ogni giorno che ho lanciato un appello o rivolto un monito, io cerco di porre problemi, che e' una cosa un po' diversa. E pongo il problema della necessita' di un accordo valido tra le parti sociali, in particolare i sindacati, e il governo''.
Le posizioni tra governo e parti sociali sarebbero inoltre molto vicine su contrattazione, riforma degli ammortizzatori sociali, incentivi fiscali per evitare l'eccesso di precarieta' rappresentato dai contratti a tempo o a progetto.
Il governo preme per raggiungere al piu' presto un accordo in modo da dare il via a una legge delega di riforma del mercato del lavoro che permetta una ulteriore discussione parlamentare, evitando così un decreto legge che lascia pochi margini di confronto, sia un disegno di legge che ha tempi piu' lunghi di approvazione.
Negli ultimi giorni Elsa Fornero, ministro del Welfare, e il premier Mario Monti non sono tornati a premere l'acceleratore sull'idea che l'esecutivo possa avviare una riforma senza il consenso di tutte le parti sociali. L'obiettivo sembra essere tornato quello di un'intesa che deve avere il consenso pure della Cgil, il sindacato piu' recalcitrante a cambiare o abolire l'articolo 18.
Secondo alcune indiscrezioni, si sarebbe molto vicini all'intesa anche sull'articolo 18: ne verrebbero sospesi per tre o quattro anni gli effetti sui neoassunti in modo che la nuova clausola possa contribuire a combattere il precariato.
A spingere verso un accordo condiviso fra tutte parti sociali e il governo e' stato ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Napolitano ha precisato nel corso della conferenza stampa, al termine della visita di Christian Wulff, presidente della Germania, al Quirinale: ''E' fondamentale concepire anche la riforma del mercato del lavoro in funzione di un accrescimento della produttivita' che, purtroppo, in Italia e' stata stagnante da molti anni. La coesione sociale, fattore fondamentale per la ripresa economica dell'Italia, non equivale all'immobilismo ma alla massima intesa per il cambiamento e le riforme''.
Dal capo dello Stato e' arrivato un sostegno convinto all'azione del governo Monti: ''Mi auguro che al decreto sulle semplificazioni il Parlamento garantisca una veloce conversione in legge''. Ma e' sulla riforma del lavoro che Napolitano si e' soffermato maggiormente: ''Vorrei che non si dicesse ogni giorno che ho lanciato un appello o rivolto un monito, io cerco di porre problemi, che e' una cosa un po' diversa. E pongo il problema della necessita' di un accordo valido tra le parti sociali, in particolare i sindacati, e il governo''.
Le posizioni tra governo e parti sociali sarebbero inoltre molto vicine su contrattazione, riforma degli ammortizzatori sociali, incentivi fiscali per evitare l'eccesso di precarieta' rappresentato dai contratti a tempo o a progetto.