di Vito Ferri. E' al rush finale il confronto nella commissione Industria del Senato sul decreto legge sulle liberalizzazioni e si avvertono le prime difficoltà del governo Monti a mettere in atto gli intenti iniziali riformisti. Restano infatti sul tavolo i punti controversi del provvedimento su tesoreria unica nazionale, taxi e farmacie. Su quest'ultime non e' stato raggiunto l'accordo, anche per la forte opposizione al testo iniziale che prevedeva una farmacia ogni 3000 abitanti da parte del Pdl.
Il testo che sara' votato dal Senato prevede l'obiettivo di una farmacia ogni 4 mila o 5 mila abitanti, ha spiegato Vicari, esponente del Pdl e relatrice del decreto in commissione Industria. La norma risulta, quindi, piu' morbida rispetto alla prima ipotesi, che prevedeva una farmacia ogni 3 mila abitanti. Vicari ha sottolineato "il grande obiettivo di far uscire i preparati galenici e i prodotti veterinari dalle farmacie consentendone la vendita presso altri esercizi commerciali".
Secondo l'esecutivo, servono 5000 farmacie in piu' per garantire ricadute positive sui prezzi dei medicinali.
Per quanto riguarda i taxi, invece, il testo del dl non contiene la norma che prevedeva la concessione di licenze stagionali. Il confronto si arenato sul ruolo da affidare all'Authority dei trasporti. Oggi tocchera' alla commissione Bilancio del Senato provare a sbloccare la situazione.
E' stato intanto approvato l'articolo del decreto liberalizzazioni che prevede la separazione proprietaria di Snam Rete Gas dall'Eni. Via libera anche all'articolo sulle societa' di professionisti con capitale, alla riforma dei servizi pubblici locali e all'emendamento del governo che introduce l'Ici sui beni commerciali degli enti no profit e della Chiesa cattolica.
Ieri, alla riunione della commissione di Palazzo Madama, ha partecipato in modo imprevisto il premier Mario Monti che non ha nascosto una certa soddisfazione per l'accordo raggiunto su una questione così controversa: ''Abbiamo intercettato una preoccupazione diffusa, alla quale abbiamo cercato di dare una formulazione spero convincente per tutti''. La norma sui beni immobili della Chiesa, ha spiegato il presidente del Consiglio, ''e' stata informalmente sottoposta alla Commissione europea per avere conferma, sempre in via informale, che la procedura di infrazione sia chiusa. L' Unione europea e il governo italiano affronteranno il tema dell'Imu per la Chiesa in base alla sua esatta incidenza e senza pregiudizi ideologici''.