“L’intervista di… Alexia”, una chiacchierata con l’artista ligure in attesa del nuovo album
di Nicola Ricchitelli. Celebrati i quindici anni di carriera nel 2010 con la pubblicazione dell’album “Stars”, album in cui Alessia Aquilani – al secolo Alexia - racconta di quanto sia bella la notorietà di una stella dello spettacolo, tra luci, riflettori e paparazzi, l'artista lancia anche un importante messaggio: essere famosi non porta a nulla se quello che conta veramente, l'umiltà, l'onestà, la determinazione, non sono viatici di una carriera artistica. Alexia lancia quindi un monito a stare attenti al successo 'facile' e lavorare sempre cercando di migliorarsi.
All’orizzonte sembra delinearsi un nuovo album di inediti per l’artista ligure: «Sono impegnata in studio nella fase creativa e post-creativa…Al momento sono molto soddisfatta di quello che potrebbe essere il singolo che anticipa l'album». Una chiacchierata che ripercorre gli esordi, ai tempi dei successi nella disco music, fino ai giorni d’oggi.
D: Ospite quest’oggi dell’appuntamento “L’intervista”, Alessia Aquilani, al secolo Alexia. Alessia, nei prossimi mesi ti vedremo protagonista di un nuovo album che succederà a “Stars”, pubblicato nel 2010. Cosa ci puoi raccontare di questo tuo nuovo lavoro?
R: «Sono impegnata in studio nella fase creativa e post-creativa, avendo già materiale a disposizione dalla scorsa right session, ma sentivo l’esigenza di allargare le possibilità ad una scelta piu' ampia, quindi mi sto ancora dividendo tra scrittura e realizzazioni definitive. Al momento sono molto soddisfatta di quello che potrebbe essere il singolo che anticipa l'album».
D: Alessia, nel 2010 hai celebrato i quindici anni di carriera. Tante le soddisfazioni, ma c’è qualche rimpianto?
R: «Nessun rimpianto».
D: Alessia, quali sono stati i tuoi riferimenti musicali, nonché quali gli artisti che hanno contribuito alla tua crescita musicale?
D: «Da sempre sono attratta dal mondo del blues, del soul, dall’oltreoceano per intenderci. Ma comincio ad apprezzare la musica in generale, perché ho imparato a respirare attraverso di lei, senza essere particolarmente prevenuta. E' ovvio che alcune cose non mi piacciono».
D: «...mi piaceva rifugiarmi in bagno per cantare, così ascoltavo la mia voce amplificata »: Alessia quanto hai capito che la musica sarebbe stata la tua vita? Se non fossi diventata una cantante, cosa saresti stata?
R: «Forse da sempre, e ne sono contenta, molte persone passano la vita senza sapere cosa vogliono fare pur avendo le possibilità. Io ho cercato di canalizzare tutte le mie forze in una cosa che volevo fortemente. Ho avuto fortuna e soprattutto coraggio!».
D:Tutto ebbe inizio da progetti quali "I ragazzi di Migliarina", "Brother Machine". Ci pensi mai ai tuoi esordi?
R: «Continuamente... E' fondamentale non scordarsi mai degli esordi...Devo dire che nella fase che precede la pubblicazione di un nuovo progetto rivivo la mia vita artistica tutta! Come se dovessi ricominciare ogni volta da capo».
D: Come vocalist dei “ Double you”, “Ice Mc” e quindi "Cybernetica", "Fourteen 14", contribuisci alla realizzazione di veri e propri successi quali "Gotta be mine", "Let you go", "I Wanna Be With You", "Digilove", "Let the Night Take the Blame", "Give You Love", "Don't Leave Me" e "Goodbye". A quale di questi progetti sei più legata, nonché qual è il brano a cui ti senti legata maggiormente?
R: «“Let the night take the blame” e “Give you love” che cominciarono a fruttarmi qualche soldino in piu', e mi fecero intuire che ero sulla buona strada».
D: « ...mi trovavo ad Acapulco per cantare Uh la la la... ad un tratto nel backstage si avvicinano 5 ragazze per chiedermi se cantavo dal vivo... io risposi sì! Certo... quelle ragazze erano le Spice Girls... ». Che ricordi hai di quell’episodio?
R: «Divertente e soprattutto soddisfacente... vuoi mettere i fenomeni del momento scioccati da una che cantava dal vivo e non solo, muovendosi sul palco senza essere per forza un fenomeno ma una professionista?!?».
D: Aldilà di questo episodio, vi è qualche altro episodio che ricordi ben e mal volentieri nel corso della tua lunga carriera?
R: «Si certo, una volta dovetti cantare con un impianto molto brutto in un concerto organizzato da qualche “pirata”. Ero tornata da un viaggio promozionale che durava da giorni, aerei, notti in bianco e cibo spazzatura. Quando salii sul palco intuì che qualcosa non andava. Dopo il primo pezzo stavo diventando completamente afona. Non avendo abitudine a cantare in playback, non volli smettere e tentai un altro pezzo, ma mi dovetti fermare. Insomma mi dissero delle parole molto brutte, io ero mortificata ma non ci potevo fare nulla! Da quel momento imparai ad accettare anche il playback nei casi estremi, perchè il pubblico non può sapere se stai in giro da una vita... the show must go on».
D: Alessia, a cavallo tra il 1994 e il 2004, partecipi per ben 9 volte al “Festivalbar”. Quanto ti manca questa manifestazione e quanto manca alla musica italiana?
R: «Mi manca e manca... forse non è più tempo, ma il Festivalbar era importantissimo per la musica e vitale per le nostre estati italiane!!! Spero vivamente in un glorioso ritorno...dai Salvetti!».
D: Cosa c’è nel futuro di Alexia?
R: «Boh! non c'ho mica la sfera di cristallo... guarda che bella sorpresa mi sono fatta l'estate scorsa... una bambina di tre chili!!! Spero tanta salute serenità' e ancora musica!».